Juventus-Roma, Perrotta contraddice Luis Enrique

di Redazione Commenta


 La difesa della società nei confronti di Luis Enrique è diventata una litania stucchevole. Un mero e quantomai inutile esercizio di retorica per un allenatore che ha smarrito sé stesso e non ha più in mano le redini del gruppo.

Nel post gara di Torino, l’allenatore asturiano aveva detto che la posizione di Perrotta era da intermedio di centrocampo, salvo poi essere contraddetto dal diretto interessato, il quale ha rivelato che il suo compito era quello di limitare il raggio d’azione di Pirlo.

È l’ennesimo scricchiolio di un progetto a cui ormai è difficile credere. Come dimenticare l’accesa discussione con Heinze dopo il ko interno contro il Milan a novembre, che portò in panchina l’argentino nella partita successiva di Novara in favore di Cassetti, divenuto desaparecido proprio dalla trasferta piemontese.

Capitolo a parte per il rapporto con Totti, iniziato con l’ormai noto e travagliato doppio confronto in Europa League contro lo Slovan Bratislva e finito con l’esclusione nel match dello Juventus Stadium.

La dirigenza continua a dichiarare a più riprese che l’allenatore spagnolo non si muoverà dalla Capitale, a meno che non siamo proprio lui a volerlo. Un paradosso visti i suoi continui e ripetitivi errori che fanno seguito a quelli macroscopici di Franco Baldini in primis e Walter Sabatini in secundis.

Luis Enrique è un’idea del direttore generale, avallata non con troppa convinzione dal direttore sportivo, che appare molto imbarazzato quando deve tessere le sue difese. Fare altrimenti darebbe l’immagine di una spaccatura pubblica dei dirigenti, ma perseverare in questo modo sta divenendo diabolico.

Photo credits | Getty Images

 


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