Okaka: “Sono a disposizione di Ranieri, voglio fare il massimo con la maglia della Roma”

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Stefano Okaka ha tutta l’intenzione di ritagliarsi un posto da protagonista nella Roma del presente e in quella del futuro prossimo.
Il giovanissimo attaccante italiano nato da genitori nigeriani, classe 1989, sta vivendo un momento particolarmente felice: in campionato ha collezionato nella stagione 2009/10 quattro presenze, cinque in Europa League – dove ha piazzato anche tre acuti vincenti – e ora si trova a disposizione di Pierluigi Casiraghi che lo ha convocato nella Under 21.
E’ proprio dal ritiro della Nazionale che Okaka si esprime circa la prima parte dell’anno affidando le propie impressioni alla penna dei giornalisti de Il corriere dello Sport.
L’articolo:


“Veramente contento di essere qui ma non pensate che io sia il salvatore della Patria. Sono l’ultimo arrivato e non so neanche se giocherò. Quindi mi godo serenamente la mia prima convocazione in under 21 e, se andrò in campo, darò il massimo per contribuire a una vittoria che mi sembra assolutamente indispensabile per continuare a sperare”. Stefano Okaka, 20 anni, prima chiamata nella U21 in una situazione delicata, mette in campo la sua tranquillità. Chiamato a sostituire lo squalificato Balotelli e convinto forse che una convocazione l’avrebbe meritata prima, a prescindere da infortuni e squalifiche.
“Dopo l’europeo Under 19 e l’Under 20 non posso negare che a questa maglia ci pensavo e ci tenevo, ho aspettato il mio turno e adesso che è arrivato cerco di sfruttare l’occasione”.
Chiamata che arriva anche grazie alle buone prestazioni che ha fatto con la maglia della Roma, soprattutto in Europa League dove ha segnato tre gol, l’ultimo, pesantissimo, contro il Fulham.
“E’ chiaro che giocare in maglia giallorossa mi aiuta anche in funzione azzurra. Credo di essere in un buon momento, Ranieri mi vede abbastanza e io cerco di farmi trovare pronto”.
Come a Milano contro l’Inter dove Okaka non ha certo sfigurato al cospetto di un altro giovane talento come Balotelli e soprattutto ha dovuto fare i conti in attacco con gente come Samuel e Lucio, duri come il granito.
“A Milano mi sembra di aver fatto la mia parte contro la miglior difesa d’Italia. Quanto a sportellate credo che in un paio di occasioni anche il muro Samuel sia franato in terra. Insomma, sotto questo profilo non sono certo io a dovermi preoccupare”.
Piuttosto, sembra che invece i giovani italiani non vengano valorizzati al massimo dalle rispettive società. Come se non avessero grande fiducia in loro.
“Paradossalmente per uno vissuto nel vivaio la vita è meno facile di quanto si pensi. Ti si vede come il ragazzino cresciuto in società e rischi di essere considerato un apprendista. Mi fossi chiamato Okakinho, per esempio, magari mi avrebbero guardato in un’altra maniera. In Inghilterra si punta molto di più sui giovani del vivaio che vengono lanciati presto anche in Premiership”.
Cosa vuol dire, che Okaka non sta più bene alla Roma?
“Tutt’altro. Io a Roma sto benissimo e mi rimetto a quanto decideranno tecnico e società”.
Ma col ritorno di Totti gli spazi diventeranno più stretti.
“Non scherziamo, con Totti il potenziale offensivo della Roma sale del 60/70 per cento. Io vengo dopo e se gioco avrò la fortuna di farlo accanto ad uno dei più grandi, uno che segna come nessuno e che inventa assist”.
Dove può arrivare la Roma?
“Al completo può risalire tante posizioni in classifica, fino a riconquistarsi l’Europa che conta”.
E cosa chiede a questo debutto (se ci sarà) in Under 21?
“Di essere all’altezza di una maglia così importante, come ho già fatto nelle altre squadre azzurre giovanili. Non prometto niente, ma se lì davanti c’è bisogno di uno “tosto”… Io sono pronto”.


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