Inter-Roma, Faty e Okaka: giallorossi del presente (e del futuro)

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Hanno calcato l’erba di San Siro nel corso di Inter-Roma, e forse nemmeno loro si aspettavano di giocare tanti minuti contro i nerazzurri. Va meglio a Ricardo Faty, che sostituisce già al 34′ della prima frazione di gioco Daniele De Rossi – a cui non resta che la corsa in ospedale – mentre Stefano Okaka entrerà dopo 23′ della ripresa al posto di Mirko Vucinic. Più di una testata in edicola oggi inquadra i due giovanissimi – Faty ha 23 anni, Okaka 20 anni appena compiuti – quali elementi imprescindibili della Roma di domani.
Il Corriere dello Sport:

“Nel secondo tempo, Ranieri li aveva in campo tutt’e due e anche per questo il pareggio di San Siro, di fronte ai campioni d’Italia, ha preso un aspetto straordinario. Faty ha 23 anni, nazionalità senegalese, passaporto francese, si è formato a Clairefontaine, la Coverciano di Francia, ha cominciato nello Strasburgo e a vent’anni è arrivato per la prima volta a Roma. Poi Bayer Leverkusen e Nantes, una stagione da titolare con tre gol e di nuovo la Roma, prima con Spalletti e poi con Ranieri. Che ieri lo ha messo dentro dopo mezz’ora al posto di De Rossi. Col suo inserimento la Roma ha modificato lo schieramento dei quattro di centrocampo, con Faty sulla fascia destra, Brighi e Pizarro al centro e Perrotta ancora a sinistra. Poi, a metà ripresa, è toccato anche a Stefano Chuka Okaka, vent’anni compiuti il 9 agosto, cresciuto nel Cittadella e poi nella Roma, dove ha debuttato quando aveva 16 anni. Quindi Modena, poi Roma, poi Brescia, poi Roma per la terza volta. Okaka vorrebbe che fosse quella definitiva. Ieri è entrato in campo nel modo giusto, con forza e senza sbagliare un movimento”.
Il Messaggero:
“E’ come quando ti siedi al tavolo di poker e c’è un giocatore nettamente più ricco degli altri. Uno che può prendere un numero illimitato di poste e rilanciare senza problemi. La Roma era in vantaggio a San Siro, come succede da quattro anni, ma perdeva i pezzi. Vucinic abbracciava il fisioterapista dopo il gol, Mexes zoppicava, De Rossi andava addirittura all’ospedale. Ci si metteva anche il croupier evitando di sbattere fuori dal tavolo Muntari, che l’avrebbe meritato. Il giocatore ricco, Mourinho, cambiava le carte rilanciando con Balotelli e Sneijder; il giocatore povero, Ranieri, puntava su Faty e Okaka. Leggere le formazioni finali di Inter e Roma aiuta a capire che il calcio è talvolta un dispetto alla logica. La piccola, incerottatissima Roma, che ieri aveva amici interessati in tutta Italia, si batte gagliardamente e riapre un campionato che sembrava già chiuso. Non è da scudetto, come dice Mourinho per convenienza, ma sa farsi rispettare”.


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