Dunga: “Datemi Doni e Juan”

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 L’intervista del ct del Brasile Carlos Dunga al Corriere dello Sport:

Dunga, ma lei vuole Doni e Juan con sè e a tutti i costi, anche se sono in­fortunati?
«Non c’è nulla di strano. Affrontiamo queste due amichevoli ( Inghilterra e Oman, ndr) in altrettante date Fifa e, quindi, ci atteniamo al protocollo uffi­ciale».
Ma i due giallorossi non hanno gioca­to l’ultima partita di campionato e sono infortunati da tempo.
«Nessuno lo nega. Nulla di più facile che, come è accaduto in altre occasioni, i giocatori vengano visitati dal nostro staff medico e poi vengano rispediti a casa».
Quindi si tratta di una prassi abituale.
«Certo, è stato convocato anche Ro­binho nonostante abbia dei problemi».
Diego vuole fare bene, benissimo con la Juventus per convincere Dunga.
«Vedremo, per le prossime sfide del­la Selecao le convocazioni sono già sta­te fatte. Ce ne saranno altre».
Che possibilità ha lo juventino?
«Dipende da lui. Questo discorso vale per tutti i nostri giocatori. Stiamo osser­vando, analizzando. Poi bisogna essere bravi a sfruttare al meglio le opportuni­tà che si presentano».
Ronaldinho sembra rifiorito nel suo secondo anno rossonero.
«Ha grandi qualità, questo è risaputo da tempo. Piace a tutti quelli a cui pia­ce il calcio».
Piace anche a Dunga?
«Certo, io tifo per lui. Penso che Din­ho sia in grado di tornare ai suoi livelli di quando era al Barcellona».
Sembra che qui al Milan abbia più il gusto dell’assist rispetto a quello per il gol personale.
«Secondo me è un campione comple­to, in grado di offrire un eccellente re­pertorio qualsiasi cosa voglia fare. Non ha problemi».
Insomma, Ronaldinho è nei pensieri e anche nel cuore di Dunga.
«Io so quello che lui può dare in campo. E cerco di avere delle conferme».
Pato è un altro milanista che aspetta un suo cenno…
«Anche lui sa benissimo che la con­correnza è davvero tanta e bisogna sa­perla affrontare. Noi, comunque, se­guiamo tutti i nostri giocatori, nulla è deciso».
C’è anche Thiago Silva fra i milanisti in attesa.
«Purtroppo per lui pesano i sei mesi di inattività dell’inizio del 2009 quando è stato ingaggiato dal Milan, si è potuto solo allenare senza giocare».
Qui con il Milan si è già imposto come uno dei difensori centrali più forti del campionato.
«Conosciamo bene le sue caratteristi­che. Ma anche per lui vale lo stesso di­scorso: deve farsi trovare pronto. Quan­do? Vedremo».


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