Giro: “Il problema Stadio? Non esiste nessun progetto”

di Redazione Commenta


 L’intervento del Sottosergetario al Ministero dei Beni Culturali On. Francesco Giro, in esclusiva ai microfoni di TeleRadioStereo:
Onorevole Giro, c’ è l’ufficialità della bocciatura del progetto stadio da parte del Ministero dei beni Culturali come riportato dal quotidiano “Leggo”?
“Non ho ancora letto l’articolo, ma il riferimento potrebbe essere alla mozione votata all’ unanimita dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali. C’è un Piano Regolatore Generale di Roma, secondo il quale la zona individuata dalla Roma è una zona agricola, dove è presente un forte vincolo paesaggistico, secondo la ex Legge Galasso”.
Ma questo iter burocratico non era stato superato già in precedenza?
“Si puo sempre immaginare una variante urbanistica del Piano Regolatore ma per ottenerla bisogna avviare un iter che coinvolge il Consiglio Comunale di Roma, un’eventuale modifica deve nascere dopo un’ampia intesa tra le varie componenti.. Non abbiamo alcun progetto in mano, progetto che tra l’altro sarebbe stato agevolato dalla Legge sugli stadi, che permette ai comuni di promuovere una causa di programma per modificare il Piano Regolatore. La Legge è ferma alla Camera,molto probablimente anche per il clamore che ha suscitato il caso della Roma, non solo per la costruzione dello stadio ma anche per quanto riguarda il centro multifunzionale che avrebbe dovuto affiancarlo, quindi è stato ritenuto opportuno ponderare un pò di piu sul da farsi. Per ora non abbiamo nulla in mano, e sul nulla non è possibile programmare alcuna azione. Il problema non sussiste, non dobbiamo più parlare del progetto stadio perchè non esiste: il primo passo sarebbe la presentazione del progetto al Comune di Roma, Al Ministero dei Beni Culturali e alla Regione, che avrebbe il compito istituzionale di gestire il piano. Lo stadio è una favoletta, i tifosi di Roma e Lazio non si facciano prendere in giro”.
L’Onorevole è stato intervistato anche da Romanews.eu: “Credo che si sia fatta confusione con la mozione approvata all’unanimità dai beni culturali che ha bocciato ogni progetto per la realizzazione di impianti o di stadi al di fuori del Piano Regolatore di Roma. L’area della Monachina è un’area verde e agricola, quindi non c’è questa edificabilità. Si può costruire, secondo la mozione, ma solo nelle diciotto centralità urbane previste dal nuovo piano regolatore, e tra queste non risulta esserci la Monachina. Lo stadio, però, si potrebbe fare comunque, basterebbe fare una variante. Per questo dovrebbe pronunciarsi la Sovrintendenza ai beni architettonici e non mi risulta si sia pronunciata. Anzi, posso dire con certezza che non si è pronunciata, perché non è in possesso di nessun progetto. L’equivoco nasce dunque dal consiglio superiore”.
L’articolo di Leggo parlava anche di un’area protetta da vincoli archeologici per una necropoli che sorgerebbe nelle vicinanze della zona scelta per l’impianto. Anche qui Giro spiega la situazione: «Si tratta di un’area verde, esiste un vincolo paesaggistico. Quello archeologico non è il più importante perché i beni potrebbero essere musealizzati. Quello più importante resta il vincolo paesaggistico, previsto dal piano territoriale regionale. Un paino in procinto di essere cambiato, la modifica prevedrebbe un indebolimento del vincolo e il conseguente superamento. Ma dopo il caso Marrazzo è tutto fermo alla Regione, e ancora vige il vecchio piano».
Rimane dunque un problema, quello dello stadio.
«Sì, un problema che in realtà non esiste, semplicemente perché non c’è nessun progetto. In Italia già servono decenni per far partire e realizzare normalmente le opere, se mancano anche carte e progetti i tempi diventano biblici. Non capisco perché si sia voluta far passare una conferenza di presentazione di una cosa che non esiste come la conferenza per una cosa ormai pronta per partire. Non lo capisco. Quando verrà presentato alla Sovrintendenza un progetto sarò il primo ad esultare. Ma senza questo, non potrà mai partire nessun iter».