Ranieri:” La Supercoppa sarebbe una bella soddisfazione da toglierci”

di Redazione Commenta


 Claudio Ranieri, intervistato dal Corriere dello Sport, ha  commentato il  prossimo impegno in Supercoppa e la prossima stagione della Roma:

«Sono finite le amichevoli, ora si volta pagina. Ci occorrono lavoro e determinazione».
Anche la nuova Nazionale di Prandelli è partita con una sconfitta.
«E’ stato il primo approccio per giocatori nuovi e nuovo commissario tecnico. La condizione generale è ancora lontana da quella ottimale, questo vale per le squadre di club come per le Nazionali. E’ un periodo di rodaggio per tutti, figuriamoci per una rappresentativa che deve ripartire. Ma ho visto che l’entusiasmo non manca».
De Rossi capitano, uno stimolo in più per uno dei suoi giocatori più importanti.
«Daniele è l’anima della Roma e lo sarà anche della Nazionale. Per lui questa sarà la stagione della crescita definitiva, della maturazione. E’ l’unico superstite della squadra campione del mondo. Avere la fascia in azzurro sarà di sicuro uno stimolo in più. Lui è un generoso, può non attraversare un perio­do positivo ma dà sempre il massimo. E’ tor nato con una voglia e una determinazione in credibili. E’ uno che non molla nulla. E’ tornato già con la testa alla Roma. Il primo giorno mi ha detto: “mister, quest’anno dobbiamo fare bene”. Questi sono i giocatori che mi piacciono».
Nella passata stagione è stato condizionato da problemi personali e da una serie di infortuni.
«Guardi, io l’ho allenato per la prima volta e ritengo che abbia dato un contributo rile vante. Ha fatto il record personale di gol. Quale centrocampista segna quanto lui? Pen so che si metterà alle spalle i problemi. Ave re due romani come lui e Totti per me è una garanzia in più. Sono l’anima dello spogliato io, nel cuore del gruppo. Per un allenatore come me che crede nell’importanza dello spogliatoio sono un punto di riferimento».

Le amichevoli di agosto confermano questa prerogativa della Roma: la compattezza, l’unione per superare le difficoltà.
«Ogni partita fa storia a sé. Al di là degli esperimenti che posso fare, queste partite mi servono per verificare la voglia dei giocatori a proseguire sulla strada dello scorso anno. Dobbiamo mettere benzina nel motore, in vi sta delle gare che contano. Perché poi biso gna fare punti. L’importante è prepararci og gi a dare il massimo quando si comincia a fa­re sul serio. Queste gare servono per ricrea re quello stimolo a sacrificarci per inseguire i nostri obiettivi. In questa ottica ho voluto inserire la partita in Grecia come ultimo test prima della Supercoppa. Avversari ostici, una vera prova generale, al di là della squa dra che sceglierò per affrontare l’Inter tra pochi giorni».
In queste partite estive sta insistendo con il 4-4-2.
«L’idea è quella, ma a me interessa soprat tutto ritrasmettere ai giocatori i valori dello scorso anno. Chi va in campo deve sentirsi parte integrante del progetto, al di là del nu mero di partite che collezionerà e di quali av versari affronterà. Giocare con il Chievo o la Juventus è uguale, sono sempre tre punti e abbiamo visto nella passata stagione quanto sia stata importante questa filosofia. Ogni giocatore deve entrare in sintonia con la so cietà, con i tifosi, con la città. Non ci sono titolari e riserve, nessuno deve sentirsi smi nuito se va in panchina. Nessuno deve risen tirsi se una volta si accomoda in tribuna. Il nostro concetto di squadra è molto pratico. Rispetto alla passata stagione dobbiamo su bire meno gol senza snaturare la filosofia, cercando di regalare spettacolo ai tifosi. Ab biamo diversi talenti, cercherò di metterli dentro quanto più sarà possibile. Totti, Adria no, Vucinic, Menez, tutti avranno spazio. Questa squadra ha giocato una vita senza punte e ha ottenuto grandi risultati. Adesso che gli attaccanti ci sono vanno gestiti nel modo giusto. Si può insistere con il 4-4-2, con varie sfumature. Lo stesso modulo può esse re più o meno offensivo, in base ai giocatori che vengono utilizzati. Ma sempre nel rispet to di un equilibrio che non deve mai manca re. La forza di ogni squadra è il centrocam po. Noi in mezzo abbiamo tanti giocatori di qualità. Il bene della Roma viene prima di tutto, l’importante è il gruppo. Per questo chi viene chiamato in causa deve dare sempre il 110 per cento e non deve restare deluso se una volta va in panchina. Non mi sono mai piaciuti i musi lunghi o i galli nel pollaio…».
In passato la Roma aveva fatto grandi cose con il 4-2-3- 1.
«Non mi do regole fisse dal punto di vista tattico. Non contano i numeri, io cerco l’equi librio di squadra. Si parla di 4-4-2, di 4-3-3, certi colleghi si riempiono la bocca parlando di moduli. Ma se nel tridente si mettono due punte esterne è un conto, se si mettono due terzini è un altro. Spesso gli esterni offensivi sono i primi che difendono. Eto’o è un attac­cante che fa tutta la fascia, lo faceva anche nel Barcellona. Corsa, resistenza, disponibi lità a mettersi al servizio della squadra. Que sti sono valori da ricercare. Mettere un attac cante in più non significa avere una squadra offensiva, se poi l’avversario ti aggredisce».
Vucinic nella passata stagione è stato un grande protagonista. Lo sarà anche que st’anno?
«Ho quattro attaccanti e tutti mi saranno utili. Chi resterà fuori non deve sentirsi bocciato o relegato tra le riserve. Dipende dal momento, dallo stato di forma. Ci sono giocatori che a partita iniziata rendono di più, altri meno. Nessuno deve sentirsi offeso. Io ragiono da Roma, anche i giocatori devono fare lo stesso. Avremo tre partite a settimana. L’importante è farsi trovare pronti. Perché se uno non coglie l’occasione e non rende, poi non gioca la partita successiva. O capiscono il mio modo di pensare o si perdono. Al pri mo posto viene il bene comune, quello della Roma».
In questa fase della preparazione ci sono alcuni giocatori in esubero che non rientrano nei suoi piani.
«Ci sto parlando, li sto consigliando. Fa parte dell’intelligenza di ognuno capire le si tuazioni. Quando potrò li farò allenare con tutta la squadra, altrimenti lavoreranno a parte. Non posso fare gli allenamenti con 28 giocatori. Sono professionisti e lo capisco, ma anche loro devono capire me».
Come procede la crescita di Adriano?
«E’ un giocatore che vuole rigenerarsi, vuol tornare l’Imperatore che è stato. Sta la vorando bene, ha volontà, spirito di sacrificio. Può tornare il campione di prima, ci stia mo adoperando per portarlo in condizione con un’attenzione particolare. Anche quando è stanco non dice mai di no, sta attuando una dieta che sta dando i suoi frutti. A me non importa tanto che perda altri chili, quanto che raggiunga una buona condizione. I ra gazzi lo hanno accolto con tutto l’amore pos sibile, qui ha trovato una famiglia. Sono con vinto che farà un grande campionato. Per trovare l’intesa in campo ci vuole in po’ di tempo, ma i campioni si capiscono in fretta».
A volte sembra triste.
«No, non è così. E’ taciturno come Juan. Ci sono giocatori che parlano meno, altri che hanno sempre la battuta pronta. La sua fac cia è così, ma perché avete visto Menez? Ri de poco pure lui. Dipende dal carattere».
Già da qualche mese la società le ha promesso il rinnovo del contratto. A che punto siamo?
«Per me Roma è Roma, non ho preso in considerazione altre situazioni e ho sempre dato la priorità alla mia società. Non ho pro vato nessun rimpianto a veder ripartire la Nazionale. E comunque la mia carriera non finisce quest’anno. La famiglia Sensi mi ha dato l’opportunità di allenare la squadra del la mia città che ho nel cuore. Se avessi vinto lo scudetto sarebbe stata un’emozione irri petibile, ma non mi arrendo, lotterò per por tare sempre più in alto i colori giallorossi. So no sicuro che troveremo l’intesa per andare d’amore e d’accordo per tanti anni ancora. Ci attende un anno molto difficile, avremo bisogno dei nostri tifosi. I giocatori devono ricordarsi che non siamo diventati fenomeni e che siamo stati bravi a ripartire quando ab biamo toccato il fondo».
Molte squadre si sono rinforzate, ripetersi sarà difficile.
« Guai a cullarci su quello che abbiamo fatto. So di essere uno degli allenatori più esper ti, ma mi sento come quando ho cominciato. Aiuterò la Roma a dare il massimo. In qual siasi posto ho allenato non ho mai avuto gran dissime squadre a disposizione, ma ho sem pre ottenuto grandi risultati. Scriveremo un’altra pagina importante. Se non avessi en tusiasmo e passione avrei già smesso. Un al lenatore non deve arrendersi mai, deve rica ricare le batterie dei suoi giocatori e trasmet tere la carica alla squadra».
Dica la verità: il primo giorno di ritiro disse che Mexes sarebbe tornato in Nazionale. E’ un mago o aveva già parlato con Blanc?
«No, capivo che la Francia non poteva restare con gli uomini che avevano fallito al Mondiale, ero convinto che Blanc una chance gliel’avrebbe data. Così come a Menez. Je remy è un talento che va gestito e deve pren dersi la ribalta. Mi segue, ha capito che quel lo che faccio è sempre nell’interesse della Roma. Blanc è stato mio giocatore al Napoli, avevamo un grande rapporto. E’ una perso na tutta d’un pezzo, gli auguro ogni bene».
Menez è riuscito a portarlo dalla sua parte, dopo un inizio un po’ difficile.
«Chi non sta con me non ha capito nulla del calcio. Se un allenatore dice una cosa sba gliata, ma tutta la squadra lo segue, diventa giusta».
In Supercoppa affronterà Benitez. Lo ha già incontrato?
«Credo di sì, quando ero al Valencia e lui all’Extremadura. Quando era giovane veniva a vedere i miei allenamenti alla Fiorentina, come ha seguito altri tecnici italiani. Si è do cumentato. E’ un allenatore di mentalità spa gnoleggiante, ma ha preso molto dalla scuo la italiana».
Senza Mourinho l’Inter perde qualcosa?
«Di sicuro il campionato italiano perde un grande protagonista. Mourinho mi attaccava perché temeva la Roma e io gli rispondevo. Benitez ha un altro carattere».
L’Inter teme la Roma, visto che non libere rà Burdisso prima della Supercoppa…
«Credo che sia giusto che la Roma sia tenuta nella massima considerazione. Vorranno aspettare fino all’ultimo. Spero che questa trattativa vada a buon fine e che la società possa accontentarmi. Ma se l’Inter non si muove da quelle cifre andremo su un altro obiettivo, non posso chiedere l’impossibile».
Che partita sarà sabato a Milano?
«La Supercoppa sarebbe una bella soddisfazione da toglierci alla prima uscita ufficiale. Ma è una partita che può dipendere da tanti fattori, da un episodio fortunato. E’ una partita che vorremmo vincere, come tutti i nostri tifosi. Ma qualsiasi risultato non sarà indicativo per la nuova stagione».
Cosa si aspetta dal futuro della società?
«Mi aspetto qualcuno che voglia bene alla Roma. La famiglia Sensi ha fatto tantissimo, a volte non si è capaci neanche con i soldi a fare quello che ha fatto questa società. Rosel la Sensi ha dimostrato di essere molto più in­telligente di colleghi uomini e nelle difficol tà è venuto fuori il carattere del padre. Ha una volontà smisurata. Chi arriverà al suo posto ha tanti esempi da tenere in considera zione. Noi andremo avanti serenamente per il bene della squadra, per i tifosi e per onora re la famiglia Sensi. All’interno dello spoglia toio non viviamo questa situazione con incer tezza o nervosismo».
Per finire, un giudizio sull’ultimo arrivato, Guillermo Burdisso.
«E’ un ragazzo molto sveglio, forte di testa, ha un buon piede per essere un difensore. E’ pratico, sbrigativo, un giovane sul quale po ter lavorare».


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>