Cessione Roma: Angelucci – Angelini, corsa a due tra il “C’erano un arabo, un cinese e un egiziano…”

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 Rothschild continua il lavoro certosino, dettagliato che mira all’individuazione di un acquirente per la Roma. L’advisor incaricato ufficialmente da Unicredit dall’istante immediatamente successivo al raggiungimento dell’accordo tra l’Istituto di credito e Italpetroli è in fase di ultimazione del dossier inerente la società giallorossa, concluso il quale si potrà finalmente iniziare a fare sul serio, fissando colloqui con i papabili candidati. Tra indiscrezioni di scarso rilievo e voci assai fondate, nel corso dei giorni si sono susseguiti i nomi di potenziali investitori sparpagliati per il mondo. Stando ai fatti, tuttavia, la linearità della Roma ai romani (magari romanisti) potrebbe complicarsi solo laddove vi fosse oggettivo riscontro da parte di Alessandro Daffina e soci rispetto al gradimento manifestato al di fuori dei confini europei. Ipotesi che, allo stato attuale, non ha particolare motivo d’essere. Quella cinese (misterioso miliardario) è una eventualità di poco conto, la pista araba ancora povera di contenuti, il plurimilionario egiziano – Naguib Sawiris – l’ennesimo nome accostato alla Roma con costanza esemplare (il suo nome era circolato già un anno fa) ogni qualvolta si parli di cessione. In realtà, nessuna informazione è arrivata in tal senso a Rothschild che, ovviamente, non preclude da parte sua alcuna eventualità.

L’Ad Daffina: “Non abbiamo contattato ancora nessuno e non siamo stati contattati. Abbiamo iniziato in questi giorni il nostro lavoro ed è presto per avere dei risultati, ci vorranno almeno altre due settimane”. Ovvero: il tempo utile a chiudere il “fascicolo Roma“, definire un pacchetto che includa, oltre all’acquisizione del club, anche un allettante prospettiva rispetto alla costruzione del nuovo stadio e mettersi intorno a un tavolo. Faccia a faccia con chi si fa avanti. Il più accreditato continua a essere Giampaolo Angelucci che – riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano – gode del parere positivo di Unicredit e sembra attendere solo la puntualizzazione dei dettagli. Sull’imprenditore romano – oggi – si potrebbe scommettere una manciata di euro ma appena dietro quella di Angelucci resta ben visibile l’ombra di Francesco Angelini. Con maggiore cautela, in mezzo al silenzio ma sempre attento a quel che capita, anche il principale referente del gruppo farmaceutico pare in grado di piazzare il guizzo decisivo. Il resto, per ora, fa venire in mente l’inizio di una barzelletta. “C’erano un cinese, un arabo e un egiziano…“.


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