Brozzi: “Julio Sergio potrebbe recuperare in una decina di giorni”

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Dopo l’infortunio del portiere brasiliano Julio Sergio, Romanews.eu ha ascoltato il professor Mario Brozzi, ex medico sociale della Roma, per cercare di capire quali possono essere i reali tempi di recupero del giocatore e le terapie da seguire.
“Julio è un ragazzo straordinario – sottolinea Brozzi –  è materiale di primissima qualità, un ragazzo educato, di quelli che lodano lo sport. Il tempo di recupero si potrebbe stimare in una decina di giorni, visto il tipo di problema, anche se bisogna capire se l’elongazione è di primo o secondo grado e l’adduttare è una parte delicata… In ogni caso i tempi verranno sicuramente accorciati dal suo ottimo stato di forma mentale e fisica, in interazione col lavoro dello staff sanitario che ammiro e apprezzo moltissimo, da Luca Pengue a Silio Musa. Proprio con Silio avevamo iniziato a sperimentare un bendaggio compressivo molto utile in infortuni di questo tipo. Serviva a ridurre il travaso ematico che si forma in queste circostanze. Fare sul punto interessato una compressione esterna accorcia i tempi, perché si evita la formazione di una tasca ematica che poi deve riassorbirsi. Cufrè che riportò una lesione di terzo o quarto grado rientrò in campo dopo dieci giorni anziché otto settimane e realizzò il gol della vittoria in Norvegia (col Tromsoe, ndr)”.
Un problema analogo lo riportò anche Buffon nel 2008. Possibile un problema di allenamenti?
“Non credo, il portiere è il più esposto a questo tipo di infortuni all’adduttore, è l’unico giocatore che compie movimenti trasversali anziché antero-posteriori. Purtroppo può capitare”.

 Mario Brozzi, ex medico sociale della Roma, dopo l’infortunio muscolare di Julio Sergio, ha spiegato quali possono essere i tempi di recupero del giocatore e le terapie da seguire: Julio è un ragazzo straordinario – sottolinea Brozzi a Romanews.eu– è materiale di primissima qualità, un ragazzo educato, di quelli che lodano lo sport. Il tempo di recupero si potrebbe stimare in una decina di giorni, visto il tipo di problema, anche se bisogna capire se l’elongazione è di primo o secondo grado e l’adduttare è una parte delicata. In ogni caso i tempi verranno sicuramente accorciati dal suo ottimo stato di forma mentale e fisica, in interazione col lavoro dello staff sanitario che ammiro e apprezzo moltissimo, da Luca Pengue a Silio Musa. Proprio con Silio avevamo iniziato a sperimentare un bendaggio compressivo molto utile in infortuni di questo tipo. Serviva a ridurre il travaso ematico che si forma in queste circostanze. Fare sul punto interessato una compressione esterna accorcia i tempi, perché si evita la formazione di una tasca ematica che poi deve riassorbirsi. Cufrè che riportò una lesione di terzo o quarto grado rientrò in campo dopo dieci giorni anziché otto settimane e realizzò il gol della vittoria in Norvegia (col Tromsoe, ndr). Problema di allenamenti? Non credo, il portiere è il più esposto a questo tipo di infortuni all’adduttore, è l’unico giocatore che compie movimenti trasversali anziché antero-posteriori. Purtroppo può capitare”.
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