Restituita la possibilità di sognare

di Redazione 2


Marco Borriello è un calciatore della Roma: il botto arriva a un’ora dalla fine delle trattative di mercato estivo quando sembrava che proprio i giallorossi avrebbero dovuto masticare amaro in virtù del potenziamento delle avversarie principali (solo l’Inter, tra le big, non ha mosso un euro in uscita). Zlatan Ibrahimovic al Milan (per la cifra irrisoria di 24 milioni di euro) aveva demoralizzato parecchio, la sensazione di dovere assistere alla gioia altrui con eccessiva – ma inevitabile – rabbia pareva una rassegnazione a cui prestare il fianco. Che i giallorossi potessero trovare – dall’oggi al domani – un gruzzoletto da riversare sul mercato era roba inimmaginabile. E invece: colpo di coda della dirigenza capitolina che, libri e numeri alla mano, ha provato a bussare alla porta di Unicredit per chiedere quella somma necessaria a tentare l’assalto a uno dei pochi (forti) centravanti su cui era possibile investire in maniera sostenibile. Marco Borriello ha cominciato a vivere nel dubbio dell’immediato futuro dalla scorsa domenica, quando gli occhi (pesanti come un macigno) di Ibra sembravano svestirlo dalla tribuna di un San Siro in estasi per l’arrivo dell’ex Barcellona. Il passaggio di casacca (dall’italiano allo svedese) ideale lo si è percepito nell’intervallo di Milan-Lecce, quello definitivo alle 18 di un martedì che non è più indigesto. Perchè Borriello – titolo temporaneo e gratuito, con obbligo di riscatto fissato a 10 milioni, garantisce Alessandro Profumo – è un calciatore della Roma. L’istituto di credito ha fornito una garanzia determinante: senza l’esborso materiale di neppure un euro, Unicredit ha sposato la linea dei vertici capitolini, secondo cui la rosa andava completata per assicurarne la competitività in campo nazionale e internazionale, solo dopo l’analisi nel dettaglio delle prossime entrate certificate nelle casse della Roma. Per Claudio Ranieri, un tassello cruciale in attesa che la scommessa Adriano dia ragione a quella manciata di persone che ci hanno creduto e continuano a crederci; per il club, una ulteriore valorizzazione dell’asset, a questo punto ancora più appetibile. In attesa che l’acquirente bussi alla porta di Rotschild, è il massimo che si poteva fare: in contemporanea, sono sfumati tutti gli acquisti minori su cui Pradè si era concentrato (Rubinho e Behrami in primis). Si è optato per un solo rinforzo di spessore. Borriello ha rinviato ogni dichiarazione a domani, quando parlerà in conferenza stampa ma – occhiali da sole in viso e poca voglia di esporsi a caldo – ha fatto in tempo a dire un paio di battute: “Sono felice di andare alla Roma, è la svolta della mia carriera”. Frase di circostanza? Solito ritornello imparato a memoria? Gli è succeso tutto all’improvviso: che sia frastornato ci sta, che sia arrabbiato (lui, che proprio un rincalzo non è) nei confronti dell’ex squadra pure. Però. I dati di fatto sono almeno due: nella Capitale l’entusiasmo è alle stelle; l’ex genoano ha vissuto nel lusso di poter scegliere tra Juventus e, apppunto, Roma. Ovvero: non gli ultimi club d’Europa. E Borriello ha scelto la Roma. Con tanto di smacco – è il secondo, il primo era stato di Nicolas Burdisso – ai bianconeri. Ed ecco che la punta si presenta a Roma come meglio non avrebbe potuto: dopo un calcione – netto, perentorio, per nulla scontato – alla dirigenza di casa Agnelli. Ciò, e il bagaglio di gol che porta con sè, basta e avanza perchè nella Capitale si torni ad assaporare la gioia e l’entusiasmo che da un po’ di tempo mancavano. Non tanto per l’assenza di fiducia nei confronti di chi giallorosso lo era già ma per l’amara realtà di stare a guardare – fermi, immobili, impotenti – i sorrisi degli altri. E’ passata solo qualche settimana da che ci si preparava a riflettere su come accogliere Alberto Aquilani che potrebbe mettere piede all’Olimpico indossando la casacca zebrata. E’ passata una manciata di giorni dalla delusione di un pareggio interno – e striminzito – contro il neopromosso Cesena. E’ passato un cumulo di ore dalla paura di doversi accontentare nel dire che “in fondo Rubinho è un buo portiere”. E poi. Poi accade che – in sequenza – scopri che Aquilani, domenica, non stava manco in panchina. Inter e Juventus hanno anch’esse steccato la prima. Rubinho – e chissenefrega – è andato al Torino. La Roma s’inventa un angolo di martedì per diventare protagonista del mercato: Borriello arriva, è ufficiale. Come lo è il fatto che l’ex rossonero – e tutto quel che è ruotato intorno alla trattativa – contribuisce in maniera determinante a restituire la possibilità di sognare. Senza la quale qualcuno s’è pure ridotto a invidiare la Lazio per l’acquisto di Hernanez.


Commenti (2)

  1. una domanda A.B. (non so’ come ti chiami perchè per esteso non firmi mai) perchè devi scrivere che Borriello arriva con prestito oneroso di 2 milioni quando sia sul sito della Roma che nel post sotto al tuo c’è scritto che arriva a titolo temporaneo gratuito con diritto di riscatto obbliacatorio di 10 mln? Qua a Roma si è armata una guerra per 2 mln in più per Burdisso perchè farne spendere “virtualmente” altri 2 in più per Borriello?

  2. @ Dodo: hai ragione, ‘sti due milioni meglio rimetterli nella tasca giusta. Grazie per la segnalazione.
    A.B.

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