Ferraris IV, il primo capitano della Roma

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 Attilio Ferraris è stato il primo capitano della storia della Roma. Nacque nella Capitale il 26 marzo 1904 da una famiglia piemontese; il padre aveva in gestione un negozio di bambole nei pressi di via Cola di Rienzo. Ferraris IV, questo fu uno dei suoi primi soprannomi, iniziò la sua carriera da calciatore nella Fortitudo, sul campo dell’istituto Pio X, per poi diventare professionista nel 1927 vestendo la maglia giallorossa proprio nell’anno della fondazione del club. Portò la fascia da capitano per due stagioni, fascia che successivamente passò a Fulvio Bernardini. Rimasero celebri le sue parole “A Fù tu sei er mejio: er capitano fallo tu…”,  testimonianza anche del suo temperamento da vero romano oltre che da romanista. Giocò nella Roma per sette anni, rivestì il ruolo di mediano laterale, terzino e centromediano. Fu sempre protagonista mettendo in campo giocate eleganti accompagnate da cattiveria agonistica senza mai uscire però dai binari della correttezza e della sportività. Il “Biondino di Borgo Pio”, amatissimo dai tifosi, fu anche il primo romanista a vestire la casacca della Nazionale, prima tra il 1926 e il 1928, anno in cui gli Azzurri vinsero la medaglia di bronzo ai giochi olimpici di Amsterdam. Nonostante il suo stile di vita totalmente distante da quello del calciatore modello (era un accanito fumatore, giocatore d’azzardo e donnaiolo affermato), mister Vittorio Pozzo lo volle comunque tra i futuri Campioni del Mondo nei campionati che si sono giocatoi in Italia nel 1934. Dopo l’oro, il “Leone di Highbury” entrò in crisi con i suoi tifosi; sempre nel 1934 venne inaspettatamente acquistato dalla Lazio, con cui disputerà 35 incontri. Per evitare troppe tensioni la società impose nel contratto di vendita una clausola con una penale salatissima nel caso il club biancoceleste avesse schierato Ferraris IV tra gli undici titolari nel derby, penale che pagò in occasione della prima stracittadina della stagione, dove tra l’altro l’ex Biondino di Borgo Pio giocò una delle sue migliori partite. Il periodo biancoceleste fu breve; dopo due anni, a causa dei numerosi infortuni, venne ceduto al Bari. Con i pugliesi firmò cinquantaquattro presenze, per poi concludere la sua carriera da professionista nel Catania. Accostò al pallone un periodo da croupier in un elegante casinò, continuando a giocare con l’Elettronica. Non avrebbe smesso, se a fermarlo non fosse stata una squalifica a vita rimediata a quarant’anni per aver picchiato un arbitro. Fu coerente con il suo modo di vivere anche quando morì di infarto l’8 maggio 1947 durante una partita tra vecchie glorie a Montecatini Terme. La sua lapide riporta “Attilio Ferraris – Campione del Mondo”.
Anna Giulia Ruggeri


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