Vulpis: “I tempi della vendita? Febbraio potrebbe essere il mese giusto. Aabar? E’ con un piede dentro e uno fuori”

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 Da LaSignoraInGiallorosso.it:

Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy, ha detto la sua alla trasmissione La Signora in Giallorosso di ieri sera. A proposito della situazione societaria della Roma ha dichiarato: “Oggi (ieri n.d.r.) Stefano Petrucci, di TeleRadio Stereo, ha affermato che Angelucci è out nella corsa alla Roma. Da un lato non piace ai tifosi, dall’altro c’è la visione dei numeri della due diligence. Con i conti alla mano ha visto cosa c’è dietro la società giallorossa. Rothschild, quando è fallita Lehman Brothers, ne acquisì un pezzo e per questo mi aspetto degli acquirenti di altissimo livello. Se il finale fosse comunque italiano che bisogno ci sarebbe di prendere Rothschild? Ora mi aspetto i fuochi d’artificio, cioè che Rohtschild presenti le migliori offerte internazionali e che la Roma non fosse acquisita da un italiano. 120 milioni è il prezzo minimo per comprare la Roma, il marchio ha un valore elevato anche se bisogna vedere con precisione cosa c’è dietro, cioè una situazione spezzatino particolare e complessa. La vendita l’avrei impostata in maniera più semplice e lineare, non come è stata fatta, cioè la solita telenovela all’italiana, con una short list senza comunicati ufficiali. Senza informazione è difficile fare analisi complete. Per esempio si sa di un interessamento di un americano ma non si sa ancora chi sia. La Roma ha bisogno di una scarica di denaro spaventoso per raggiungere i migliori club europei, e per questo serve un fondo sovrano interazionale, come Aabar. Ma la Roma non ha uno stadio di proprietà e questo è un minus e manca anche una struttura ed una organizzazione. Il 50% dei club inglesi è in mano agli stranieri, questo perchè oltremanica le trattative sono più chiare e fatte alla luce del sole a differenza di quanto avviene in Italia. Se Aabar non chiude a perdere è Unicredit, e di conseguenza Rothschild. Oggi Unicredit paga l’assenza di Profumo. La problematica più importante sulla vendita della Roma è quella di vedere cosa c’è scritto nelle carte presentate ai potenziali acquirenti. Il fondo Aabar non è fuori definitavemente dalla trattativa, è con un piede dentro e uno fuori. Sicuramente, come ci hanno confernmato da Londra, la trattativa non sta andando come gli arabi si aspettavano. La Roma è in vendita da cinque anni e non si capisce perchè ancora non si sia trovato un acquirente. I tempi della vendita? Potrebbe essere febbraio il mese giusto, anche se, al momento, non ci sono certezze”.


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