Vendita Roma, Ettore Viola: “Ad oggi c’è un unico interlocutore, che avrebbe migliorato la sua offerta”

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 Ettore Viola, figlio di Dino Viola ex presidente della Roma, è intervenuto a TeleRadioStereo per parlare della situazione societaria:

“Tutto nasce da una mia apparizione televisiva. Io e te siamo due persone intelligenti, e ora ti spiegherò il perchè. Tra cristiani ortodossi, cattolici, protestanti e musulmani, io, cristiano cattolico, preferisco che il Presidente della Roma diventi uno con la mia stessa fede religiosa. Da quello che mi risulta, c’è solo un acquirente che non si è mai ritirato che abbia fatto un’offerta concreta, al vaglio di Unicredit, che ritiene l’interlocutore valido e concreto. Da tifoso della Roma vorrei che la società uscisse fuori dall’attuale immobilismo, ma se i petroldollari non ci sono..Se è vero che c’è un unico interlocutore, considerato abile e arruolato dalla banca, ben venga. Poi ripeto, si può avere altri pensieri, ma da quello che mi risulta ad oggi c’è un unico interlocutore, che avrebbe migliorato la sua offerta”.
Avrai letto che ti sono state rivolte alcune critiche e debbo dire che mi è dispiaciuto, e cioè che saresti disposto ad attivarti in prima persona per la figura di Angelucci.
“Mi piacerebbe soltanto, qualsivoglia sarà il gruppo subentrante, essere preso in considerazione, visto che non mi avvicino a Trigoria dal 1991”.
Hai avuto contatti con rappresentanti del Gruppo Tosinvest?
“Si, certo che ne ho avuti. L’unico gruppo che si è appalesato è quello che fa capo ad Angelucci. Fui il principale antagonista di Ciarrapico all’epoca, ma il confronto tra i due non è assolutamente fattibile. All’epoca fummo costretti a cedere la Roma a Ciarrapico, ma non vedo analogie con la situazione attuale. Se è vero che c’è solo un richiedente che ha presentato un’offerta, c’è poco da fare. In assoluta buona fede, non mi sono schierato a favore di nessuno. Preferivo avesse la residenza a Roma, questo si”.
Il timore è quello che si possa far leva sul nome della tua famiglia per favorire l’arrivo di Angelucci
“Ripeto, se ci fosse un gruppo romano in grado di far grande la Roma ben venga. Ma anche lo straniero sarebbe ben accetto”.


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