Americani a Roma…

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 Da la Gazzetta dello Sport:

Volevano comprare il Colosseo, per ora si sono accontentati della Roma. Alberto Sordi aveva previsto tutto: Un americano a Roma è un film cult del 1954 e gli «yankees» erano raffigurati con una mazza da baseball. Oggi, negli Stati Uniti hanno scoperto il soccer e si sa come sono fatti gli americani: amano le cose in grande. Vanno alla conquista del mondo e il Far West, nel calcio, è la vecchia Europa, dove il football fu inventato dai loro antenati: gli inglesi. Nella Premier League, hanno già messo le mani sui club più importanti: Manchester United, Liverpool, Arsenal, Aston Villa. In Francia, sono calati a Parigi, controllando il Psg: operazione molto più facile dello sbarco in Normandia. In Germania, è decisamente più difficile: una legge tutela i club tedeschi, assicurando sempre e comunque la maggioranza agli imprenditori di casa. La Spagna è terra di sceicchi e di uomini d’affari indiani. Non restava che l’Italia, il paese dei nonni «paisà» . E allora Roma, la capitale, il simbolo di quello che gli americani non hanno e sognano: storia, monumenti, passato. Ci avevano già provato già nel 2008 con Soros e saltò tutto all’ultimo momento: un rilancio da mercato delle pulci dell’ultimo secondo fece saltare l’affare. Stavolta, sempre che gli intrecci tra affari e politica della vecchia Italietta non provochino disastri, gli yankees hanno centrato l’obiettivo. Luci e ombre. Occhio, però. In Premier League gli americani rischiano di fare la fine del generale Custer. A Manchester, i conti sono in profondo rosso e l’ «americano» Glazer è stato osteggiato dal tifo duro e puro della città inglese. Anche a Liverpool l’esperienza statunitense è stata un bagno di sangue: bilancio in rosso, come le maglie dei Reds. L’Aston Villa di Birmingham è posseduto dal 2006 da Randy Lerner, imprenditore di Brooklyn con un portafoglio da 1,5 miliardi di dollari. In patria, possiede la squadra di football di Cleveland, mentre oltreoceano ha deciso di muovere il denaro buttandosi nel soccer. Il principale azionista dell’Arsenal è Enos Stanley Kroenke, grande capo dell’omonima Kroenke Sports Enterprises, che vanta partecipazioni nei Denver Nuggets di basket, nei Colorado Rapids del soccer, nei Colorado Avalanche di hockey su ghiaccio, nei Colorado Mammoth e nei St. Louis Rams di football. Per gli americani il business è business e se si tratta di guadagnare con lo sport, niente peli sullo stomaco. Il problema è che talvolta l’affare finisce male e chi ci rimette è il tifoso: sognava l’America, si risveglia senza un soldo.


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