Unicredit-Italpetroli: Roma, domani si conoscerà il futuro

di Redazione Commenta


 Dal Romanista:

Ulteriori rinvii, stavolta, non ci saranno. Unicredit e Compagnia Italpetroli si sono prese 48 ore di riflessione. Ma domani dovranno decidere: accordo oppure rottura. E quindi arbitrato. Il presidente del collegio arbitrale, Cesare Ruperto, è “pronto a fare le 2 di notte” pur di arrivare a una conclusione. Andiamo per ordine. Come richiesto dalla Consob, ieri Compagnia Italpetroli ha diffuso un comunicato: “L’udienza arbitrale tra Unicredit e Italpetroli tenutasi ieri (lunedì, ndr) è stata sospesa per l’ora tarda ed aggiornata alle ore 18 dell’8 luglio 2010 al fine della prosecuzione del tentativo di conciliazione“. Tentativo di conciliazione. Significa che le parti sono ancora distanti. Prima di domani non sono previsti incontri tra la banca e la holding dei Sensi. Gli avvocati hanno lavorato su più bozze di intesa. La negoziazione ruota attorno al ruolo di Rosella Sensi. Ma solo – attenzione – perché è così che ha voluto Unicredit. È stata Piazza Cordusio a chiedere che fosse la Sensi a traghettare la società verso un nuovo compratore. La banca non ha alcun interesse a gestire direttamente l’As Roma, desidera solamente rientrare del suo credito di 325 milioni (altri 80 li vanta invece Monte dei Paschi di Siena). Due presidenze in 17 anni – il papà Franco e la figlia Rosella – uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, un club ai vertici del calcio mondiale, e adesso alla famiglia Sensi viene chiesto di restare esclusivamente per la gestione ordinaria. Così però, spiegano fonti vicine alla famiglia, la presidentessa non potrebbe opporsi a disegni di smantellamento dell’organico. La Sensi ha posto quindi delle condizioni. Delle garanzie. Il mantenimento del livello di competitività attuale dell’As Roma, poteri pieni nella fase di transizione e che ad occuparsi della cessione sia un advisor di fama internazionale. Le parti devono mettersi d’accordo anche su quali asset passeranno ad Unicredit. È stata raggiunta un’intesa solo sul valore complessivo, su per giù una trentina di milioni. Fonti vicinissime ai Sensi spiegano che il rischio di dover ricorrere all’arbitrato è ancora concreto.


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