Con l’Inter capace di archiviare nel migliore dei modi la pratica Juve e riportarsi in cima alla classifica, la Roma è chiamata a non commettere passi falsi. Neppure il pareggio, stavolta. Si può solo vincere per continuare a essere primi. Triguria s’è svegliata presto sotto un venticello andato via col passare delle ore. Meno di 20 gradi e una temperatura da “febbre da cavallo” diffusa tra i tifosi – cento cinquanta all’inizio, poi il numero è cresciuto notevolmente – presenti al Fulvio Bernardini. Il dispiegamento delle forze dell’ordine a controllare l’area è anch’esso notevole ma il feudo giallorosso che staziona davanti ai cancelli di ingresso del centro non va oltre cori cantati a squarciagola. Contro la Lazio, in favore della Roma, a richiamare idoli del tifo della Sud quali Marco DelVecchio e Aldair. L’ultima seduta di allenamento in ottica derby inizia alle 10.45: Claudio Ranieri ha necessità di sciogliere i dubbi che ancora l’attanagliano. Reparto offensivo da decidere, centrocampo da affinare. Si rivede Daniele De Rossi, ieri in palestra a fare differenziato (lavoro di scarico). Stavolta non si palleggia con i sostenitori: Trigoria è transennata. Si comincia con stretching e esercizi atletici, corsa e circolazione palla. Se lo fa per mischiare le carte, il testaccino ci riesce alla grande: perchè anche oggi Francesco Totti non viene incluso e il tridente provato si compone di Menez, Vucinic e Toni. La divisione in sottoinsiemi vede da una parte i rossi (Motta, Burdisso, Mexes, Tonetto, Pizarro, Perrotta, Faty, Baptista, Cerci, Totti) e dall’altra i verdi (Cassetti, Juan, Andreolli, Riise, De Rossi, Taddei, Brighi, Menez, Vucinic, Toni). Gli ultimi a lasciare il terreno di gioco sono Cerci, Taddei e Julio Baptista che finiscono la sessione provando i calci di punizione mentre Ranieri si è intrattenuto con Nicolas Burdisso e Juan per discutere con loro del modulo di retroguardia e della disposizione ideale da adottare per la gara contro la Lazio.
