Totti: gol, invenzioni ma anche 14 rossi

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 Dall’Ansa:

Segna e fa sognare, inventa, crea. Ma non tutti i numeri di Francesco Totti sono da campione. Il capitano della Roma vanta infatti cifre ‘importantì anche quanto a cartellini rossi, a differenza di altri campioni del suo calibro che alle prodezze sul campo hanno accompagnato un fair play esemplare. Con il ‘rossò mostratogli in Roma-Lecce del 30 ottobre (e che gli è costato un turno di squalifica, il derby di domenica), Totti ha incassato la 14/a espulsione della sua carriera romanista: la squadra che lo ha visto più spesso lasciare il campo anticipatamente è l’Inter.  Con il calcione rifilato a Mario Balotelli nell’ultima finale di Coppa Italia salirono a tre le espulsioni con i nerazzurri, dopo quelle del 14 dicembre 1997 a San Siro (3-0 nerazzurro in campionato) e del 26 ottobre 2005 ancora a Milano (Inter-Roma 2-3 di campionato). Dieci sono stati i ‘rossì in serie A, 2 in coppa Italia e 2 nelle coppe europee. Paragonato ad altri numeri 10, Totti sfigura: Roberto Baggio ha avuto solo tre espulsioni e tutte in A. Fenomeno di buon comportamento è Alex Del Piero, soltanto due rossi in serie A: l’ultimo risale addirittura a nove anni, marzo 2001, Udinese-Juventus 0-2. Del resto Totti è un giocatore a tinte forti, nel bene (con giocate e cucchiai d’autore) e nel male, come quando gli saltano i nervi (il tentato inseguimento sabato scorso nei confronti del leccese Olivera che gli è però costato solo un turno di squalifica). Sotto i riflettori ci è finito spesso, basti pensare al suo tormentato rapporto con la nazionale: dall’espulsione contro la Corea decisa dall’arbitro Moreno ai Mondiali del 2002, allo sputo al danese Poulsen durante Euro 2004, alla visita ‘fiscalè con la nazionale di Lippi a Palermo, a settembre dello stesso anno, per finire alla decisione presa dopo la vittoria mondiale a Berlino, il ritiro azzurro tra le polemiche. Totti è anche quello specializzato negli sfottò agli avversari, come la maglia con la scritta ‘Vi ho purgato ancorà che mostrò dopo un derby vinto e che fece imbestialire i laziali, oppure quella mano con il segno 4 sventolata agli juventini, e a Lippi, per sottolineare un rotondo successo della sua Roma sui bianconeri. Fino al doppio pollice verso, indirizzato ai tifosi della Lazio dopo il derby del 18 aprile scorso, che gli costo il deferimento e 20.000 euro di multa. Quanto alle squalifiche, la più lunga è quella presa nell’aprile 2005, cinque giornate per un calcetto e uno schiaffo a un suo ex compagno di squadra, quel Colonnese nell’occasione difensore del Siena.

 

 


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