Totti, pronto per Donetsk

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 Da Il Romanista:

Domani sera Montella potrebbe affidare il ruolo di prima punta a Totti, che ha già ripreso confidenza col gol che è in splendida forma e che nella storia giallorossa ha saputo incidere come pochi altri grandi del calcio. Il Diecisivo, l’uomo che insegna l’amore attraverso il calcio, il giocatore che ha scolpito a colpi di pallone la storia della Roma. Il problema di Francesco Totti è che non sai più come raccontarlo. Puoi solo restare in silenzio a contemplarne le gesta per poter dire, un giorno lontano, io l’ho visto giocare. Io c’ero. E magari, io c’ero l’8 marzo 2011 a Donetsk, quando la Roma ha realizzato una delle più grandi imprese della sua storia rimontando il 2-3 dell’Olimpico. E magari, ancora, con un’impresa nell’impresa: una prova straordinaria del nostro numero 10. Montella potrebbe affidare domani sera il ruolo di unica punta proprio al suo ex compagno di squadra. Al suo capitano. A Totti. Sono rumors, indiscrezioni di radio Trigoria. Non si vedono controindicazioni. Per carità, Borriello sta benissimo. Ma Francesco pure. E ultimamente non sta sfoggiando solo una forma invidiabile. A Genova, nel pomeriggio che nessun romanista dimenticherà mai, ha ripreso confidenza con il gol su azione. Un caro amico con cui non si vedeva da parecchio, troppo tempo. Per la precisione, da Palermo- Roma del 28 novembre, un’altra giornata nera di una stagione che domani sera la Roma proverà a raddrizzare. Poi più nulla, il gol se ne va in letargo. Francesco s’intristisce, ma più che altro per il rapporto con Ranieri, che a Monaco gli concede una manciata di minuti dopo avergli fatto scaldare la panchina per quasi tutto l’incontro. Il Capitano ritrova la via della rete a Marassi, appunto. Ma quello che accadrà nei minuti successivi cancellerà la gioia per l’amico ritrovato. Questa notte è ancora nostra, cantava Venditti. Questa notte, domani a Donetsk, potrebbe essere soprattutto sua. Perché Totti sa ancora essere Diecisivo, alla faccia dei gufi, di chi l’aveva già dato per bollito, che poi sono gli stessi che quell’appellattivo, Diecisivo, non l’hanno mai condiviso. Come la storia fosse stata cancellata di colpo. Come se non contassero tredici firme nella cavalcata scudetto, un rigore a cucchiaio agli Europei del 2000 e uno secco e forte all’Australia ai Mondiali del 2006, una rete nel 2002 al Real per la prima vittoria di un’italiana al Bernabeu dopo cinquant’anni, un’altra al Lione al De Gerland e gol da cineteca come quelli all’Inter in pallonetto, di sinistro al volo alla Samp con Marassi in piedi ad applaudire. Più altre “quisquilie”, come la Scarpa d’oro. Snobbatelo, datelo pure per finito. Totti vi stupirà sempre. Come al solito. «Sono fiducioso in vista della sfida di Champions League », diceva qualche giorno fa Francesco sul suo blog, «sarà necessario avere calma e cercare di non prendere gol. La voglia di andare avanti in Champions è forte ». Lo è anche quella di dimostrare al mondo che dietro il trionfo, dietro una notte magica, c’è sempre il suo timbro. Un timbro Diecisivo.


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