L’intervista del Romanista al presidente della Open Gate Italia:
“Siamo un possibile partner, ma solo per lo stadio. Con i Sensi? Sì. Con Angelini? Pure. Ma Unicredit non c’entra nulla”. Sono mesi che Tullio Camiglieri, fondatore e presidente della Open Gate Italia, sta conducendo uno studio di fattibilità su un possibile stadio romano. Un lavoro su commissione. Alle spalle c’è un fondo americano.
“Ma non mi chieda a chi fa capo”.
Camiglieri, qual è il vostro compito?
“Abbiamo un mandato esplorativo per capire come realizzare uno stadio a Roma. Uno stadio che sia una risorsa anche per i romani, non solo per il club. In realtà, il mandato si estende ad altre tre città. Confesso che la situazione di Roma è quella più ingarbugliata. Peccato, perché noi puntiamo su una struttura che non costi nulla alla collettività, produca reddito e occupazione e che possa essere vissuta 365 giorni l’anno. Come negli Usa, dove uno stadio solo per il soccer – uno sport che non scalda il cuore degli americani – non avrebbe senso. Lì, il prato rientra dopo le partite e l’impianto si trasforma in una grande arena per i concerti. I ricavi da biglietteria sono appena il 10% del totale. Questo è il modello del nostro fondo, che è specializzato sugli stadi”.