Calciomercato Roma: Pepe, Zaccardo

 Simone Pepe e Christian Zaccardo: due nomi che ingolosiscono la Roma e potrebbero essere tormentone della imminente campagna acquisti in fase di calciomercato. A svelare gli scenari che si prospettano attorno ai due calciatori, ci pensa Il Romanista. Testuale:

Voci dal Brasile dicono che Adriano sia affascinato dall’idea di vestire la maglia della Roma. Sono voci importanti. Vicine al giocatore. Fonti attendibili, dunque. Affinché il matrimonio si celebri, e magari si consumi con successiva piena soddisfazione di entrambi, servono però due sì. Quello della Roma non è scontatissimo, ma è implicito. Perché quando è stato fatto notare a Ranieri che Adriano è una scommessa, il tecnico ha risposto: «La mia vita è fatta sempre di scommesse». L’altro sì (definitivo) è quello del giocatore. E per quello bisogna aspettare domani, quando il manager dell’Imperatore, Gilmar Rinaldi, volerà a Rio da Janeiro per incontrare non solo Adriano, ma pure il Flamengo. Patricia Amorim, la presidentessa, ieri ha promesso che farà di tutto per evitare la fuga del suo capocannoniere (19 gol nell’ultimo campionato, vinto dal Flamengo dopo 17 anni). «Adriano è un leader – ha detto la Amorim – con lui non abbiamo problemi. Abbiamo fatto una chiacchierata e ha mostrato interesse per il rinnovo».

Udinese-Roma in cifre

 E’ arrivata la diciottesima vittoria bianconera sui 71 incontri disputati tra Udinese e Roma. Nella maniera peggiore: con i giallorossi, cioè, incapaci di concretizzare il bel gioco prodotto e ancora meno bravi nel controllare un avversario – preso per mano da Antonio Floro Flores – che ha perforato come ha voluto.
Aveva ragione Pasquale Marino, quando alla vigilia elogiava le doti dei suoi attaccanti, delle cui prestazini fin qui svolte si era detto ampiamente soddisfatto. Già: perchè se non segna Totò Di Natale, e capita davvero di rado, ecco all’occorrenza Simone Pepe. O Floro Flores.
Le chiavi del match sarebbero state almeno due, altrettanto determinanti: la tenuta della retroguardia giallorossa e la straripanza dell’attacco bianconero. E delle due cose, ovviamente, l’una avrebbe escluso l’altra. le due reti finali messe a segno dai padroni di casa hanno sancito che il tridente schierato dal tecnico udinese ha fatto un po’ meglio della difesa cui si è affidato Claudio Ranieri. E un po’ tanto di più rispetto all’omologo giallorosso.

Udinese Calcio: dai fallimenti a Pozzo. Da Dal Dan a Di Natale. 113 anni di storia

 O soi furlan, o ven di Udin, al friulano. Lo immaginiamo seduto a sorseggiare un bicier di liquore della Valle del Lumiei a base di frutta ed erbe della vallata carnica. Il grande vecchio che è più di una memoria storica. Esiste ovunque, da che mondo è paese. Ricorda il passato, indovina il futuro. Guarda lontano senza vedere in maniera nitida alcunchè.
Ma così, riesce a inquadrare ogni cosa. Sta a Cjamin di Codroip (Camino al Tagliamento), un comune della provincia udinese che non arriva a duemila anime. Passa i pomeriggi dirimpetto alla Chiesa arcipretale di Ognissanti, nel bar di paese. Mangia lecai (lumache) e brindul (prugna) con cadenza settimanale. Mastica di balon. Del calcio giocato non gli è sfuggito nulla e certe memorie, se allenate, non perdono colpi neppure se intravedono in lontananza Matusalemme.
LA STORIA. Nel 1911 non era ancora nato ma di quel che accadde il 5 luglio di quell’anno sa tutto: un gruppo di ginnasti della Società Udinese di Ginnastica e Scherma (1896) fondano l’Associazione Calcio Udinese con iscrizione regolare alla FIGC e debutto ufficiale nel corso di un’amichevole contro la Juventus Palmanova vinta dai friulani per 6-0. A capo della società, Luigi Dal Dan, padre di un certo Antonio che per i friulani è un personaggio indimenticabile: capitano della squadra di studenti delle scuole tecniche udinesi che fece da apripista all’Udinese Calcio, il pioniere del calcio bianconero.
I fotogrammi del primo, storico momento, il grande vecchio li vede invece scorrere nitidi davanti agli occhi: era il 1922 e l’Udinese raggiunse la finale di Coppa Italia, persa in finale per 1-0 contro il Vado. Fu un fuoco di paglia: nell’anno 1922-23 la squadra crolla in campionato arrivando ultima nel proprio girone e subendo la doppia onta della retrocessione in Seconda Divisione e della scissione per debiti.

Pepe: “Totti e la Nazionale? Rispetto la sua scelta. Per Francesco parlano i numeri”

 Parlano i numeri“. Centottantaquattro gol in Serie A dicono abbastanza di Francesco Totti. Simone Pepe, dal ritiro della Nazionale, non ha aggiunto molto. L’esterno dell’Udinese ha commentato la scelta del Capitano giallorosso e di Nesta di rinunciare alla maglia azzurra. Immancabile anche una domanda su Antonio Cassano: “Nesta e Totti sono giocatori straordinari e ottimi ragazzi, ma rispetto la loro scelta di non essere qui con noi in Nazionale. Cassano? Non mi interessano questi discorsi, sono felice di essere qui e l’unico mio interesse e’ che il gruppo sia concentrato in vista delle partite con Irlanda e Cipro, serviranno due grandi prestazioni e l’unica strada per fare risultati e’ continuare ad essere il gruppo che siamo gia’ adesso“.

Asse Roma-Udinese: Motta è giallorosso, Pepe potrebbe diventarlo

 Un elemento balza all’occhio: pare che nel corso di questo calciomercato, la compagine friulana di patron Giampaolo Pozzo abbia deciso di fare cassa vendendo i pezzi migliori. Ceduto Fabio Quagliarella al Napoli, in trattativa avanzata con il Parma per vendere Antonio Di Natale e con la Juventus che ha messo più di un sigillo all’acquisto di Gaetano D’Agostino, i bianconeri sono in procinto di ripartire da zero impostando un nuovo ciclo.

Una cosa è certa: dovessero non subire il contraccolpo nel corso del campionato che prende il via ad agosto, crediamo allora che moltissimi club avrebbero di che imparare dalla società friulana, grande esempio di club sano.

La capacità dei bianconeri di pescare talenti dal nulla è oramai riconosciuta e ad approfittare di queste doti potrebbero esserci ora anche i giallorossi che, dopo avre perfezionato il riscatto di Marco Motta (preso in comproprietà nel corso della sessione di mercato invernale) garantendo tre milioni e mezzo di euro all’udinese, potrebbero ora puntare dritti su Simone Pepe, reduce da un campionato brillante e dall’esperienza azzurra in Confederations Cup, nel corso della quale non è stato certo il peggiore tra gli azzurri.

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