De Rossi, papà innamorato della Roma: “Il gol è per Gaia”

 Da Il Romanista:

La Roma la amo troppo, viene dopo mia figlia. Non è ruffianeria. Quando segno non posso fare le orecchie alla Toni, non ci riesco. Mi viene da baciarla la Roma». Prendete queste parole e scolpitele su pietra all’entrata della Curva Sud e leggetele ogni volta che entrate allo stadio. Ovviamente se avete il dono di avere dei figli, fategliele leggere queste parole: è educazione civica. That’s amore. Sotto ci aggiungete la data – 27 marzo 2010 – e chi l’ha dette, per lui è anche poco importante. Non esulta e piange per sé, ma per la Roma. Daniele De Rossi non smette mai di essere Daniele De Rossi, romanista e quindi fisiologicamente sempre de più: una prestazione gigante, fatta col cuore messo in ogni contrasto, fino alle tibie (apposta sul parastinco ha il ritratto bellissimo della figlia), il gol, l’urlo nudo sotto la Sud, la capriola alla Chechi al vantaggio di Toni, al vantaggio definitivo… tutto questo alla fine è quasi la cosa minore rispetto alla bellezza di quelle parole: «Mi viene da baciarla la Roma a me, io me la bacio, io la amo».

Roma-Inter: da Ilary a Sonia, gioia e sofferenza di mogli e fidanzate

 Da Il Romanista:

Chissà se ieri sera qualcuno ha spiegato a Ilary Blasi cosa sia il fuorigioco. La signora Totti ha dichiarato più volte di non esser mai riuscita a capire «questa strana regola» :  l’impressione è non sia l’unica, peccato che lei non debba giudicarlo per lavoro. Ma tant’è. Ieri, mentre tutto lo stadio Olimpico si chiedeva di quanti metri «fosse avanti Milito», la Iena Ilary ha guardato il tabellone. Dicendo  lla sorella Silvia, seduta accanto a lei, stessi capelli biondi, solo che ricci: «Manca ancora un po’». Fiduciosa. Con quel sorriso che ogni settimana conquista milioni di spettatori in tv e otto anni fa, era proprio il mese di marzo, ha stregato il Capitano. Ha avuto ragione lei. Arrivata nei palchi “Numberten” qualche minuto prima delle 18, capelli sciolti, giacchetto nero, pantaloni e borsa beige, si è accomodata accanto alle sorelle. Sigaretta accesa, nel primo tempo, a dir la verità, ha chiacchierato più che visto la partita. Nei secondi quarantacinque minuti, invece, è stata coinvolta dall’atmosfera dell’Olimpico, alzandosi in piedi e battendo le mani al gol di Toni.

Roma-Scudetto, un friccico de luna tutta pe’ noi

 La sensazione è che l’Inter non possa reggere entrambe le competizioni: scudetto e Champions League. La sensazione, ancora, è che la Roma sia in una condizione fisica e mentale che cresce con il passare delle giornate. I giallorossi hanno voglia di prendersi a piene mani quel che a inizio stagione neppure si poteva immaginare. Dietro l’angolo, in bella vista, lo Scudetto risplende come un tocco di luna gialla con riflessi rosso fuoco. Da La Gazzetta dello Sport:

È il giorno in cui le tute blu marciano con chi indossa il doppiopetto. C’è la Roma dei fuoriclasse, ma c’è anche la Roma dei gregari. È la Roma di Julio Sergio, il portiere che Spalletti aveva buttato in soffitta. È la Roma del redivivo Cassetti e del soldato Taddei, del sindacalista Brighi e di una stellina come Menez, che si è sporcato le mani, per una volta, come un metalmeccanico. Il portiere Julio Sergio è un uomo felice: «Se ripenso ai tre anni che ho passato, mi sembra di vivere un sogno. Battere l’Inter davanti a un Olimpico strapieno è stato fantastico. Abbiamo giocato con intelligenza, sfruttando le occasioni che abbiamo creato. La differenza, tra noi e loro, è stata questa. Il tiro di Milito finito sul palo? Non ho avuto neppure il tempo di pensare a quanto stava accadendo, sono stato fortunato, meglio così. Ora si va avanti guardando indietro e ripensando a come stavamo prima. Da qui alla fine saranno tutte finali».

Roma-Inter, è successa una cosa pazzesca

 Una città intera ferma e immobile per 90′. nel corso di Roma-Inter, oltre ai 70 mila giallorossi dell’Olimpico, c’era l’altra città – quella che allo stadio non è riuscita a entrarci – capace di far tremare porte e finestre in occasione delle reti di Daniele De Rossi e Luca Toni. In un istante sono spuntati cortei che si affollavano sempre più, con il passare dei minuti. Da La Gazzetta dello Sport:

Non pianga, signore. «Mi spiace, non riesco a trattenermi». No, davvero, non faccia così. «Però, in fondo, non è la prima volta che si piange per la Roma». L’uomo che piange ha 72 anni, ed è conosciuto a Testaccio come Carlé, ma di nome fa Carlo Raciotti, di professione calzolaio. «Questa vittoria è meravigliosa, questi ragazzi sono meravigliosi, e…». Continui. «Questo campionato ci porterà lo scudetto». Non è il solo, qui, nel cuore romanista della città, che si sta emozionando fino alle lacrime. Anche se, all’inizio della partita, per scaramanzia, si erano chiusi dentro il nuovo Club Testaccio di via Ghiberti, con la serranda chiusa a metà, e non facevano avvicinare nessuno.

Gazzetta: Roma, il meglio è made in Italy

 Ferzan Ozpetek riassumerebbe in questa maniera: il giorno perfetto. Perchè Roma-Inter, per i giallorossi e per tutti coloro che avevano voglia e interesse a che il campionato fosse riaperto, si è conclusa nella maniera migliore. Per  La Gazzetta dello Sport è il modo per mettere in risalto due dati: quanto sia forte la rosa rigorosamente madein Italy dei giallorossi e quanto la Champions League abbia condizionato le prestazioni dei nerazzurri. Testuale:

Grazie Roma, canta l’Olimpico impazzito di gioia e profumato di scudetto. Grazie Roma, ripete il Milan che può tornare in corsa se stasera batte la Lazio. Mentre l’Inter deve stare attenta alla lupa giallorossa, perché questa sconfitta le lascia soltanto un punto di vantaggio. Troppo poco, ripensando a come si inchina a una squadra vera: una grande Roma, che incomincia con la R di Ranieri, elegante mago de noantri. La sfida scudetto che si gioca all’ora dell’happy hour ubriaca di felicità un’intera città, facendo girare la testa ai pluricampioni d’Italia. Gara intensissima e incerta fino all’ultimo secondo dei 96’, a conferma del fatto che l’Inter fa sempre paura come dimostra il palo di Milito nel recupero, dopo le traverse di Samuel e dello stesso Milito sull’1-0, a cavallo tra i due tempi.

Le pagelle di Roma-Inter: Ranieri sfida Mourinho senza paura. E lo batte

Julio Sergio 6,5: Resta a guardare per tutto il primo tempo. Potrebbe uscire su un cross telefonato per la testa di Samuel, che scuote la traversa. Nel secondo tempo si oppone ad un destro di Sneijder. Capitola incolpevolmente su Milito. Poi salva il risultato, sempre sul principe.
Cassetti 7,5: Se la vede con Zanetti ed Eto’o: non sbanda mai. Anzi, quando può si riversa anche in attacco. Prestazione solida.
Burdisso 7: Concede un solo metro a Milito, che lo secca. Lotta dal primo all’ultimo. Marchia la partita con il colpo di testa su cui Julio Cesar fa il patatrac.
Juan 7: Va di astuzia su Milito. Non si lascia ingannare dai movimenti dell’argentino. Detta la sua legge, sfruttando tutte le doti che ha: anticipo, lunghe leve e classe brasiliana. Non ha colpe sul pari nerazzurro.

Roma-Inter: tutte le interviste del dopo gara

Roma-Inter, tutte le dichiarazioni dei protagonisti:
 Luca Toni, nel dopogara di RomaInter, ha commentato il risultato dell’incotro a SkySport: “Stasera è proprio una gran bella serata. Era importante vincere dopo averli inseguiti per un pò per raggiungere un sogno. Abbiamo fatto tre punti importantissimi e una grande prestazione. Adesso siamo a un punto, cercheremo di fare il possibile visto che siamo li vicino. Il Mondiale? Mi godo questo momento e questa serata stupenda”.

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