Roma e Doni, Odi et Amo

 Chissà a cosa starà pensando adesso, Doni. Spodestato dalla sua porta, dal posto che legittimamente aveva conquistato negli anni con tanta abnegazione e tante ottime prestazioni. Scalzato anche dalla panchina, dal momento che Ranieri gli ha preferito Bogdan Lobont, portiere di notevole esperienza europea ed internazionale ma dalle qualità certamente inferiori a quelle del brasiliano. Il suo percorso con la Roma è controverso da almeno 2 anni e sembra ormai volgere al termine.

Doniéber Alexander Marangon nasce a Jundiaì il 22 ottobre del 1979, nello Stato di San Paolo in Brasile, da genitori di origine veneta. Dopo alcuni trascorsi con il Botafogo, il Santos di Diego, Robinho e del compagno di reparto Artur, che ritroverà anche alla Roma, con il Cruzeiro e con la Juventude, viene adocchiato dalla dirigenza romanista e per lui si aprono le auree porte del calcio del Vecchio Mondo.

Doni: “Ho voglia di restare e convincere tutti”

 Doni, portiere della Roma che sta vivendo un periodo delicato nella capitale, spiega così la sua situazione: “Ho una gran voglia di tornare a giocare, a sentirmi importante per questa squadra. Ho vissuto brutti momenti ma dopo l’infortunio al ginocchio, ormai passato, mi sento pronto per poter dare il massimo con questa maglia e con questi colori, ai quali ho dato tanto e dai quali ho ricevuto molto…”, così a romanews.eu.

La sua priorità ora, è quella di ritornare ad alti livelli: “Voglio vivere il presente anche perché il domani non dipende più da me, ma soprattutto da loro. Dipende tutto dalla Roma. Mi devono dire se vogliono che io resti o no. Ad oggi non ho sentito nessuno e non so nulla, perché nessuno mi ha ancora detto qualcosa. Io lo ribadisco: ho voglia di restare, di giocarmi al meglio le mie carte e di ritagliarmi un posto in questo club. Sto lavorando proprio per questo: per convincere tutti, Ranieri in primis, che possono ancora contare su di me”.

Roma, Doni – Baptista: il Mondiale e poi “salutate la Capitale”

 Juan, Alexander Doni e Julio Baptista. La Roma li attende a braccia aperte – caso del difensore – oppure ne ha già immortalato il viso per archiviare la parentesi giallorossa – vedi Baptista e Doni. Gli ultimi due, infatti, saranno fonte – in seguito alla cessione – di un gruzzolo da poter utilizzare in sede di mercato. Intanto, i tre esordiranno martedì nel Mondiale 2010, il giorno dopo il debutto dell’Italia. Da Il Romanista:

Ieri è toccato a Burdisso, domani toccherà a De Rossi e martedì sarà la volta di Juan, Julio Baptista e Doni. Sono cinque i romanisti al Mondiale e tutti, a parte Juan, in queste ore sono oggetto di voci di mercato. Ma se il Real Madrid dovrà rassegnarsi a vedere ancora a lungo Ddr con la maglia della Roma e la questione riguardante Burdisso sembra in via di definizione, Doni e Julio Baptista hanno un futuro che è ancora tutto da scrivere. E il Mondiale può recitare un ruolo importante per entrambi. Almeno, è questo quello che si augura la Roma. Entrambi i calciatori, infatti, sono sulla lista dei partenti e dalle loro cessioni (e con i soldi risparmiati sui loro ingaggi, tra i più “pesanti” della rosa) la società giallorossa si augura di raccogliere i soldi necessari per operare sul mercato dopo gli arrivi di Simplicio e Adriano. Per Doni, che difficilmente riuscirà a valorizzarsi in questo mese visto che è il terzo portiere della Seleçao di Dunga, sembra tramontata l’ipotesi Milan. La società rossonera, infatti, ha annunciato la conferma di Marco Storari e questo dovrebbe chiudere definitivamente la porta a Doni.

Roma, la “strana” carriera di Doni. Da inamovibile a soprammobile, meno che per Dunga

 Dopo il brasiliano Rodrigo Taddei, un altro nodo da risolvere per la Roma nelle scelte del prossimo calciomercato, sarà quello destinato a decidere il futuro del portiere brasiliano Doniéber Alexander Marangon, ovvero Doni (Jundiaí, 22 ottobre 1979). Strana carriera quella del portiere giallorosso. Arrivato in sordina nell’estate del 2005 dalla squadra brasiliana Juventude (a cui verserà di tasca propria 18.000 euro della clausola rescissoria), trovò a sbarragli la strada un giovane portiere proveniente dal vivaio giallorosso, quel Curci che provò in tutti i modi a rendergli la vita difficile a i tempi della convivenza dei due a Trigoria, e che proprio domenica scorsa ha provato a tenere la porta del suo Siena inviolata contro l’Inter, per permettere alla “sua” Roma di vincere lo scudetto. E per uno strano scherzo del destino, Doni perderà la maglia da titolare nel corso dell’ultima stagione, proprio “per colpa” di un altro n.12, tra l’altro anch’egli brasiliano: quel Julio Sergio a cui Ranieri ha conferito fiducia piena durante lo stop di Doni e a cui non ha più rinunciato. Fattore questo che potrebbe portare il portiere giallorosso a cercare fortuna altrove, precisamente in Spagna nella Liga: ma se ne saprà molto di più solo dopo il vertice dei prossimi giorni tra la Sensi e Ranieri.
Il legame con Spalletti
– Sicuramente Doni è legato a filo doppio all’ex allenatore della Roma, Luciano Spalletti. Perché fu proprio il tecnico toscano, nel corso della stagione 2005/06, a puntare sul portiere brasiliano che dopo aver debuttato tra i pali in Coppa Uefa, giocò la prima da titolare in campionato nella “partita delle partite”: il derby contro la Lazio del 23 ottobre 2005 (terminato 1-1). Così come non è una caso che il suo lento declino, sino a diventare riserva dell’altro portiere brasiliano Julio Sergio, ha avuto inizio con l’avvicendamento sulla panchina giallorossa del tecnico toscano sostituito dal “testaccino” Claudio Ranieri.

Doni vuole convincere Ranieri

 Da Il Romanista:

Chi segue con attenzione gli allenamenti della Roma, fuori dei cancelli del “Bernardini” o nelle sintesi di Roma Channel, si sarà senz’altro accorto in questi giorni di un Doni più determinato e grintoso. Giorno dopo giorno, il trentenne di Jundiaì sta lavorando con l’intenzione di far ricredere Claudio Ranieri, che da qualche partita a questa parte gli ha preferito come titolare Julio Sergio.

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