Lazio-Roma, Sacchi: “Giallorossi più forti, biancocelesti più freschi”

 Da Il Messaggero:

«Mi auguro che sia un bel derby, anche se poi so che difficilmente assisteremo a un match spettacolare. Non accade quasi mai e in particolare nella capitale. C’è sempre nervosismo. Soprattutto, vorrei che non ci fosse violenza in tribuna e fuori dello stadio». Arrigo Sacchi, lasciato il Salone d’onore del Coni dove è intervenuto al seminario internazionale sugli sport di squadra insieme con il cittì Marcello Lippi, prova a giocare in anticipo Lazio-Roma di domenica pomeriggio. «Senza però fare un pronostico: è sfida aperta, a prescindere dalla distanza in classifica tra le due squadre».
Che cosa, allora, farà la differenza?

«Le gambe. La condizione fisica sarà determinante».
E quindi?

«La Lazio, secondo me, ci arriva meglio della Roma. Si è riposata per una stagione, ha più energie da spendere».Può spiegare meglio?
«Guardate le ultime gare dei giallorossi contro Bari e Atalanta. Potevano essere due pareggi. La Roma, venendo da una rincorsa straordinaria, non riesce più a essere brillante. Ma ha giocatori in attacco, in grado di risolvere qualsiasi gara.

Roma – Vucinic, un fuoco giallorosso a spegnere il biancazzurro che c’è

 SEMBRA TIMIDO. Messo lì a margine di una penisola – quella balcanica – a cui, fosse un uomo in carne e ossa, mancherebbe carattere. Soggiacere coi gomiti poggiati sulla finestra slava che si affaccia all’Adriatico e specchiarsi nell’immensità delle acque cristalline di un mare preso d’assalto dai turisti. Sembra impaurito. Il Montenegro. Il mare no: quello è protagonista. Blu, a tratti verde e in certi momenti, col sole che s’adagia quieto, l’azzurro intenso diventa rossiccio. Guardando uno di quei tramonti, al rientro dopo gli allenamenti con il suo Sutjeska, Mirko Vucinic deve averlo immortalato, quell’attimo. Un giorno. Poi l’altro. Poi l’altro ancora. Il momento in cui il giallorosso di una giornata che apre varchi alla notte divora il biancazzurro marino visibile nelle ore di luce intensa. Un giorno. Poi l’altro. Poi l’altro ancora. Rimanere proiettato in quel presente adolescente e sognare il futuro dietro l’orizzonte.
IL DESTINO. Chissà se a starci attenti, ai segnali del destino e alle incursioni casuali della sorte, un uomo a caso potrebbe mai capire – per davvero, voglio dire – il percorso che verrà: se alcuni fotogrammi siano preveggenze. Se piccole visioni siano stimoli. Sollecitazioni. Perchè fosse così, con le snickers tra le mani per far respirare il piede e il lento procrastinare del tempo, Mirko Vucinic avrebbe potuto anche intuirlo che qualche anno dopo, un paio di misere scarpe da ginnastica sarebbero diventate Nike Vapor Superfly II. Le sue.
SEMBRA TIMIDO. In quel perbenismo figlio di tante cose viste dagli occhi, udite dalle orecchie. Fosse un ospite, dà la sensazione che avrebbe paura perfino di suonare il citofono per giungere a un appuntamento concordato. Quieto, efficace, concreto e mai superfluo. Sembra timido per quella correttezza che gli si riconosce e che stona – francamente – con l’istintività di parecchi colleghi. Compagni. Gentile nel toccare la palla. Pacifico con gli avversari. Sembra impaurito. Mirko Vucinic.

Che Roma sarebbe senza Vucinic

 Da Il Romanista:

Parlaci ancora in leccese, recita i tuoi ex cori e poesie in dialetto, fai quello che ti pare Mirko. Anche se sei nato a Niksic, in una città che non si riesce neanche a scrivere per i troppi accenti da mettere, figuriamoci a pronunciare. Anche se compi gli anni quando qui i bambini piangono perchè combacia con il primo giorno di scuola. Parla in puglio-montenegrino e cucinaci i migliori piatti della famiglia della tua fidanzata Stefania. Lasciati definitivamente anche i ricordi di te ragazzino serbo alle spalle. Sei a Roma e sei primo. Sei a Roma e hai gran parte di questo successo sul groppone. Sei a sedici reti di cui cinque fuori da questo campionato. Sei lupo e sei capobranco. Parlaci nel tuo linguaggio che fa tanto “italorussomanno”.

Vucinic aspetta il Barcellona. Con la Roma nel cuore…

 Mirko Vucinic vede mezza Europa ai propri piedi, ma aspetta la chiamata dall’Olimpo: la cima del monte si chiama Barcellona e attualmente rappresenta l’unico “pensiero” che può distoglierlo dal progetto-Roma. In molti considerano il montenegrino il sostituto ideale di Henry e la possibilità che i blaugrana si facciano avanti è tutt’altro che remota: l’offerta potrebbe arrivare già quest’estate, o al massimo quella successiva. Mirko è innamorato della maglia giallorossa e della Capitale, ma il palcoscenico del Camp Nou lo affascina eccome. Non potrebbe essere diversamente: vale per l’attaccante di Niksic, vale per qualsiasi giocatore del mondo. Con la differenza che Vucinic non è uno qualsiasi e il sogno Barca potrebbe trasformarsi in realtà, scombussolando i piani del club di Trigoria, che almeno per un’altra stagione conta di trattenere il Genio all’ombra del Colosseo.

Vucinic, il genio

 Da La Gazzetta dello Sport:

Quasi quasi vado. Non andare. Cioè, voglio rifletterci. Non ci pensare nemmeno. Quanto ci vuole da Calimera a Barcellona? Non ti azzardare. Il calcio non c’entra, è solo uno strumento: i gol servono a misurare il bene. E, dopo, le esultanze, le canzoncine, la barba, le scarpette viola, i sorrisi valgono come abbracci. Ci sono i sentimenti in ballo. E, d’altronde, lui ha sempre messo il cuore sul campo, fin da quando si allenava al mondo, dall’altra parte del mare.
Anche a piedi Non è che i sogni sono un po’ fedigrafi? Ce lo vorrebbero portare via. Non è colpa di Vucinic, Mirko ha un talento enorme, è fuoco e orgoglio, altruismo e fantasia. Lui deve sognare. Certo, Manchester (e il City oltretutto) non è un bel posto dove far nascere un figlio. Anche se lo pagherebbero bene. Ma Londra, la capitale del mondo. Pensa che bello con Stefania e il passeggino ad Hyde Park.

Roma-Atalanta: Ranieri ha tutti a disposizione

 Da Il Tempo:

Tutti insieme appassionatamente. È una Roma al completo quella che viaggerà nel rettilineo finale del campionato, sei tappe per realizzare un sogno. O quantomeno tagliare il traguardo senza accumulare rimpianti. Domenica con l’Atalanta Ranieri si ritroverà l’intera rosa a disposizione per la prima delle sei finali che separano i giallorossi dal verdetto tricolore. Non era mai successo finora in una stagione che rispetto alla precedente sul piano degli infortuni è stata un trionfo.

Delvecchio: “Scudetto? Roma favorita”

 Da Il Corriere della Sera:

La Roma è lassù. Sempre all’inseguimento, sempre in agguato aspettando un passo falso della capolista Inter per tentare il sorpasso. Col derby quasi alle porte, Marco Delvecchio è l’interlocutore adatto a presentare il momento clou della stagione giallorossa. L’attaccante campione d’Italia 2000-01, specialista nelle stracittadine con i suoi nove gol segnati ai biancocelesti, prova ad immaginare lo sprint finale. Delvecchio, chi vincerà il campionato? «Vedo favorita la Roma: ha un calendario migliore rispetto alle milanesi e vola sulle ali dell’entusiasmo per coronare una rincorsa straordinaria.
Certo è difficile vincere sempre da qui a metà maggio, ma se da Fiorentina-Inter uscirà un risultato favorevole, i miei ex compagni avranno la strada spianata, a cominciare dal match con l’Atalanta».

Roma-Atalanta: sarà ancora Totti, Toni e Vucinic

 Secondo La Repubblica, Claudio Ranieri domenica prossima contro l’Atalanta riproporrà il tridente Totti, Toni e Vucinic, già visto sabato scorso nella vittoriosa trasferta di Bari:

Che dire, la settimana rischia di diventare lunghissima intorno a una Roma che corre dietro all’Inter. E così meglio curiosare qua e là, rovistando tra i numeri di una squadra che si è riscoperta con un grande attacco. Come per Vucinic quello contro il Bari è stato una specie di derby, visto il suo importante trascorso salentino, così per Luca Toni l’Atalanta significa un pezzo di vita.
Da avversario. L’attaccante ha infatti avuto la sua prima grande occasione in serie A, dopo una stagione tra i grandi con il Vicenza, proprio tra le fila del Brescia di Carlo Mazzone.

Vucinic: il Manchester City mette sul piatto 26 mln

 Da Il Messaggero:

Mai così decisivo. Con la rete di Bari, Mirko Vucinic raggiunge quota quindici gol in stagione. Dieci in campionato, tre in Europa League, due in coppa Italia, che sommati lo lanciano all’inseguimento del record personale in giallorosso (17, ottenuto nella passata stagione) e di quello assoluto, stabilito a Lecce (22) nel 2004-05. Reti pesanti quelle del montenegrino, a partire dal 2-1 col Bologna, passando per il pari di Milano (1-1) con l’Inter, la vittoria a Bergamo (1-2) con l’Atalanta, a Firenze (0-1) con la Fiorentina, all’Olimpico (1-0) col Catania, senza contare la rete al San Paolo (2-2) col Napoli, la tripletta contro l’Udinese (4-2) e l’ultima perla di Bari. Dieci gol che hanno portato nelle casse della Roma 15 punti in classifica (dati laroma24.it). La media di Mirko, in campionato, è pari a un gol ogni 219 minuti (poco meno di due partite e mezzo).

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