Vucinic devastante

 Dal Corriere dello Sport:

Alzati, entra, segna, vinciamo. Più o meno è andata così con Mirko Vucinic. Ottanta minuti in panchina con la faccia di chi fa fatica a capire le logiche del turnover che poi, se uno si va a rivedere i tabellini, tutto è meno che turnover totale. Poi,alzati, entra, segna, vinciamo. Dieci minuti più recupero, un destro, un sinistro, tanti saluti al Catania, non dimenticando, comunque, che quel destro è arrivato partendo da una posizione di fuorigioco, roba di centimetri, comunque fuorigioco per il terzo gol che ha regalato un sogno al popolo romanista, festeggiato una nuova esultanza, la stessa di un wrestler, John Cena, decisa per onorare la scommessa con un’amica. Quarta e quinta rete per il montenegrino in campionato.

Parma-Roma, Vucinic: “Ci penso io”

 Parma-Roma: Vucinic si candida per un posto da titolare. Dalla Gazzetta dello Sport:

L’uomo che si presentò in smoking e restò in mutande — per festeggiare un gol con il Montenegro (disgustando qualche perbenista delle esultanze) — ha preso la parola mercoledì mattina, sorprendendo i compagni, forse anche se stesso. E siccome chi solitamente è taciturno quando interviene non dice mai cose banali, le sue parole hanno colto nel segno. Proviamo a ricostruirle. «Mister — Mirko Vucinic si è rivolto a Ranieri — io sono con lei, come il resto della squadra. Ma anch’io penso che potremmo essere più spregiudicati. L’equilibrio della squadra, certo, è importante: per questo lei può contare sulla mia totale disponibilità al sacrificio. Se mi farà giocare, le assicuro che darò il mio contributo anche in fase difensiva, con il massimo impegno».

Vucinic e Baptista, Buon Compleanno

 Da LaSignoraInGiallorosso.it:

Il  1 ottobre nascevano due bambini che avrebbero realizzato anni dopo il loro sogno di diventare calciatori professionisti. Uno,  Mirko Vucinic, nasceva 27 anni fa in una piccola cittadina dell’allora Jugoslavia , Niksic. L’altro, Julio Baptista, due anni prima in una delle megalopoli brasiliane per eccellenza, San Paolo. Migliaia di km di distanza ma la stessa voglia di giocare a calcio e di emergere. Il “Principe” di Niksic è un predestinato. Diventa subito il giocatore più giovane ad esordire nel campionato serbo-montenegrino a 16 anni, e si fa notare dai dirigenti del Lecce che nel 2000 lo portano a maturare nel salento.

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