Zamparini: “Il nuovo presidente della Roma sarà un grosso imprenditore e farà investimenti”

 Queste le dichiarazioni di Maurizio Zamparini, il presidente del Palermo sembra essere fiducioso sul futuro giallorosso, convinto che il successore dei Sensi sarà un imprenditore facoltoso:

“Non do giudizi da esterno, ma mi dispiace molto che una famiglia che ha investito tanto nel calcio debba uscire di scena e passare la mano”.
Il suo rapporto con la società Roma e anche con il presidente Franco non è stato sempre dei migliori, soprattutto ai tempi in cui rilevò la società siciliana proprio dall’ex patron giallorosso.
“Ho avuto un buon rapporto ma non certo idilliaco. Lui aveva un modo di pensare diverso dal mio, una mentalità troppo ‘romana’”.
Zamparini esclude di essere a conoscenza del nuovo nome del numero uno della Roma, ma ha una certezza: “Sicuramente sarà un grosso imprenditore, uno con grandi disponibilità economiche e che certamente farà degli investimenti”.

Zamparini scrive ai Presidenti di A: “Si indaghi sulla Roma”

 Maurizio Zamparini esce allo scoperto e, dopo la squalifica di 6 mesi per plusvalenze fittizie decretata dalla Commissione Disciplinare Nazionale, scrive ai presidenti di serie A per spiegare il proprio operato e porre l’attenzione sul comportamento (da indagine, ribadisce il patron del Palermo) della Roma. Testuale:

Caro collega,
come al solito ci troviamo (oggi il Palermo) vittime di un sistema di ordinamenti Federali che penalizza le nostre società, i nostri diritti costituzionali violando le più elementari norme di giustizia ordinaria.
Orbene: Zamparini Maurizio è stato squalificato per 6 mesi (impedendo ora la sua partecipazione alle assemblee di Lega e Federali) per un fatto provocato nel giugno 2002 dalla proprietà della Roma, proprietaria allora anche del Palermo, con una cessione di diritti di un giocatore della Roma venduto al Palermo per € 11.000.000, Bombardini, ed uno del Palermo ceduto alla Roma per € 11.000.000, Brienza.

De Rossi, Nazionale, Polizia: è caos

 Dalla Gazzetta dello Sport

L’«indignazione» del capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha partorito un ordine tagliente: tutti a casa. Un ordine che è una sorta di avviso ai naviganti del calcio italiano: chi sperava che il caso De Rossi – cioè la sua critica all’introduzione della tessera del tifoso e la virtuale equiparazione fra teppismo ed eccessi delle forze dell’ordine – fosse chiuso con le scuse del centrocampista azzurro, si è sbagliato. Il Ministero dell’Interno vuole sradicare qualsiasi ritrosia del nostro pallone all’introduzione delle nuove norme per le frequentazioni degli stadi e così, per capire meglio i contorni del problema, già mercoledì sera ha richiamato a Roma dal Sestriere il capo della sicurezza della Nazionale, Roberto Massucci, e i suoi collaboratori Nazareno Minniti e Alfredo Matteucci, che già ieri hanno avuto un vertice al Viminale.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.