Vendita Roma, Ettore Viola: “Ad oggi c’è un unico interlocutore, che avrebbe migliorato la sua offerta”

 Ettore Viola, figlio di Dino Viola ex presidente della Roma, è intervenuto a TeleRadioStereo per parlare della situazione societaria:

“Tutto nasce da una mia apparizione televisiva. Io e te siamo due persone intelligenti, e ora ti spiegherò il perchè. Tra cristiani ortodossi, cattolici, protestanti e musulmani, io, cristiano cattolico, preferisco che il Presidente della Roma diventi uno con la mia stessa fede religiosa. Da quello che mi risulta, c’è solo un acquirente che non si è mai ritirato che abbia fatto un’offerta concreta, al vaglio di Unicredit, che ritiene l’interlocutore valido e concreto. Da tifoso della Roma vorrei che la società uscisse fuori dall’attuale immobilismo, ma se i petroldollari non ci sono..Se è vero che c’è un unico interlocutore, considerato abile e arruolato dalla banca, ben venga. Poi ripeto, si può avere altri pensieri, ma da quello che mi risulta ad oggi c’è un unico interlocutore, che avrebbe migliorato la sua offerta”.

Ettore Viola: “Mio padre non ha mai voluto cedere la Roma. Neanche al miglior offerente…”

 Dal sito della Signora in Giallorosso (www.lasignoraingiallorosso.it):

Dino Viola è morto senza venir meno alla sua volontà: non cedere mai la Roma. Neanche al miglior offerente”. Orgoglio di un figlio, Ettore Viola, di fronte ai frammenti di ricordo della presidenza del papà. Le immagini e i cimeli allestiti nella galleria espositiva Ex Roma Caput Mundi, per la mostra “Dino Viola, il presidente dell’orgoglio giallorosso”, accompagnano e addolciscono il racconto di Ettore.
Lo sguardo sospeso, talvolta abbandonato. Resta lì, calamita ogni particolare, per poi restituircelo così: “Guarda quella foto, io e papà, uno accanto all’altro, entrambi con la sigaretta in bocca. Vedi come tenevo pronto il posacenere? Lo sento ancora addosso, quel desidero di essere sempre a disposizione per ogni sua evenienza”. Ancora ricordi. Il più tenero: “Papà consigliere, io piccolino: di nascosto origliai un summit di mercato con Oronzo Pugliese che chiedeva Pelè, ed Evangelisti e mio padre che cercavano di mediare…”.
Delle foto con Falcao, Liedholm, Conti e l’Olimpico tricolore, fa tutto un fascio: “Quella di mio padre è una storia di grandi successi e altrettante battaglie. In quegli undici anni hanno trovato posto anche momenti difficili, come il caso dell’arbitro Vautrot, o lo scandalo Lipopil. Le sconfitte fanno parte della vita. La più amara? Quella legata al progetto per lo stadio di proprietà alla Magliana: se fosse andato in porto, oggi la Roma vivrebbe una situazione diversa”.

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