Ai tempi dell’oratorio capitava che, con un solo biglietto, ti facessero vedere due film. Di solito, uno era a sfondo religioso e uno di avventura. Per esempio, «Marcellino pane e vino» prima e «Viaggio al centro della Terra» poi. Lo stesso è capitato ieri sera ai tifosi della Roma, impazziti di gioia alla fine di una partita che, nel primo tempo, aveva fatto venire i peggiori pensieri possibili. Rimontare da 0-2 a 3-2, in Champions League, è comunque un’impresa.
Arjen Robben
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Il cileno ha gli occhi di chi ha un diavolo per capello. Dà proprio l’impressione di uno che non riesce a capacitarsi di questa partenza sbagliata di una Roma che in estate, per la prima volta, aveva definito da scudetto. Qui all’Allianz Arena, invece, ha dovuto prendere atto che pure in Champions la partenza è stata sbagliata, un’altra sconfitta che fa male al cuore e alla testa, un altro rinvio per quel ritorno alla vittoria che ormai manca dall’ultima amichevole del ritiro a Riscone di Brunico, un’altra notte di pensieri negativi. Eppure il primo tempo, complice probabilmente un Bayern Monaco che nel suo piano partita doveva aver previsto i primi quarantacinque minuti come una sorta di allenamento lento davanti a sessantaseimila spettatori, di cui circa tremila arrivati da Roma che mentre scriviamo stanno ancora lì a cantare, la Roma tutto era sembrato meno che una squadra con mille interrogativi senza risposta.
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