Nel day after di un giorno da pennuto, la rabbia dei laziali riempie l’etere. L’entusiasmo e la spavalderia che aveva accompagnato la squadra di Reja durante tutta la scorsa settimana ha lasciato il posto alla frustrazione di aver preso la terza legnata consecutiva nella stracittadina. La lunga 24 ore di “rosicamento” radiofonico comincia prestissimo con “Artibar”, il programma d’informazione di Emanuele Artibani in onda su “Teleradiostereo”. Lo speaker, di chiara e acclamata fede biancoceleste, a differenza di tanti suoi colleghi, accetta con grande ironia lo sfottò dei tifosi romanisti. Prese in giro che si materializzano sotto forma di sms, letti senza filtro e col rispetto di chi sa che, pure stavolta, deve recitare il ruolo dell’incudine.
arbitro Morganti
E il piccione dove sta?
«E il piccione dove sta?». Quelli della sud si trattengono all’interno dell’Olimpico improvvisando il ritornello. L’aquila laziale, già esposta ma tenuta a terra per motivi di sicurezza, viene declassata al rango di commestibile pennuto. È il bello, o il brutto, a seconda dei punti di vista, del derby. Che la Roma vince 2-0 interrompendo la fuga della Lazio e facendo un bel regalo a se stessa e a un campionato tornato alla portata di tutti. Finisce con le squadre quasi abbracciate al centro del campo e non si tratta di una rissa, anche se mille episodi da moviola e relative polemiche avrebbero potuto suggerire un epilogo meno tranquillo. Meglio così. Rigori & moviola – Derby di rigore, da quelli (netti) trasformati da Borriello e Vucinic all’inizio e alla fine del secondo tempo, a quelli che la Lazio reclama in quantità industriale.
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