Sensi-Unicredit, primo round. Il futuro però rimane buio

di Redazione Commenta


 L’articolo del Romanista:

Il primo round, s’è consumato ieri. Primo faccia a faccia tra Unicredit e Italpetroli, che sono tornati a parlarsi dopo tanto tempo. L’ultimo contatto diretto risaliva a qualche mese fa, quando nacquero gli attriti tra il vice di Profumo, Paolo Fiorentino e Rosella Sensi. La banca e la holding di cui la stessa banca è sia socia al 49% sia creditrice per più di 300 milioni di euro, sono tornati a parlarsi tramite avvocati. Massimo riserbo fino a ieri sera
sull’esito dell’incontro, che ha visto da una parte, Unicredit, gli avvocati Francesco Carbonetti e Valerio Di Gravio (socio dell’avvocato Cappelli nello studio Grimaldi), dall’altra Agostino Gambino e Romano Vaccarella. I primi due, per conto di Unicredit, hanno fatto sapere che non intendono prendere in considerazione l’ipotesi di un arbitrato per risolvere la situazione debitoria di Italpetroli. La holding di casa Sensi, peraltro, come si è appreso nei giorni scorsi, ritiene illegittimi i pignoramenti degli alberghi “Filippo II” di Porto Santo Stefano e “Sunbay” di Civitavecchia (meta estiva di Rosella Sensi). Chiaramente a Piazza Cordusio non sono della stessa opinione.
I due alberghi in questione sono stati pignorati lo scorso 16 settembre. Se Unicredit e Italpetroli non troveranno un accordo, la procedura prevede entro 6/8 mesi la nomina di un custode e, successivamente, una perizia sul valore degli immobili che potrebbero finire all’asta, anche se non in tempi brevissimi. In ballo, peraltro, ci sono altri 13 decreti ingiuntivi, 7 dei quali riguarderebbero società immobiliari e petrolifere del gruppo. Al momento non si parla di Roma, anche se l’intenzione di Unicredit è quella di utilizzare qualunque mezzo per poter rientrare del credito. Quindi non si esclude che una procedura simile, prima o poi, a meno che non sopravvengano altri accordi, non possa essere utilizzata per Roma 2000, la controllante di As Roma (e ci sarebbe, nel caso, una opposizione altrettanto feroce da parte di Italpetroli e del suo squadrone legale). Ed è bene prepararsi al fatto che, in questo caso, i tempi sarebbero più o meno gli stessi, quindi lunghissimi.
Si sta parlando di un caso estremo, perché al momento attuale la Roma all’asta è una ipotesi lontana, ma non si può escludere nulla. Peraltro, paradossalmente, nel caso in cui le parti non dovessero trovare un accordo sull’arbitrato, ad avvantaggiarsene sarebbero proprio i Sensi, perché i tempi di sicuro non si accorcerebbero. E la strategia della proprietà di Italpetroli e della Roma è proprio quella di prendere tempo (lo si evince dai fatti degli ultimi anni). Finora il tempo è passato senza che si trovassero compratori disposti a pagare per gli asset del gruppo le cifre richieste e il debito è rimasto tale. Anzi, è salito per il maturare degli interessi. E la Roma? Il discorso è sempre il solito. Unicredit cerca un compratore, per ora ci sarebbe Angelini, che rimane al coperto in attesa degli eventi. La situazione, però, è destinata a trascinarsi ancora a lungo. Schermaglie tra Unicredit e Italpetroli, sulla pelle della Roma stessa e dei suoi tifosi, che, in tempi di autofinanziamento, non possono più neanche sognare acquisti. A meno che non si rientri in Champions League o a meno che, invece che la Roma acquisti qualcuno, qualcuno acquisti la Roma.


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