La Roma festeggia l’intesa Italpetroli-Unicredit

 Da Milano Finanza:

Alla fine di un interminabile tira e molla, Rosella Sensi ha detto sì. La lettera d’intenti tra Unicredit e Italpetroli per risolvere la questione legata al debito della holding di casa Sensi che controlla la Roma è stata siglata dalle parti alla presenza del presidente del collegio arbitrale, Cesare Ruperto. Una decisione sofferta, quella della famiglia Sensi, che mette fine a un impero petrolifero e immobiliare costruito da Franco Sensi che è stato messo a dura prova proprio dalla Roma. Oberata da un debito di quasi 400 milioni nei confronti delle banche Italpetroli è, da oggi, nelle mani di Unicredit. (…) Quello che è già noto riguarda i contorni generici dell’accordo che prevede una buonuscita per i Sensi di circa 30 milioni di euro in immobili, mentre attraverso il meccanismo della cessione dei beni usciranno da Italpetroli gli altri asset immobiliari e petroliferi. Questi finiranno tutti sotto il controllo di Unicredit. E la Roma? La situazione è diversa. Unicredit e la famiglia Sensi si sono accordati per lasciare la società dentro Italpetroli. Non ci saràcessione della Roma a Piazza Cordusio, ma questa verrà differita almeno fino a quando non verrà trovato un acquirente. Nessun passaggio diretto, dunque, che porti già la Roma sotto il controllo di Unicredit. La società di Totti & Co. continuerà a essere controllata da Roma2000 (al momento non è ancora stato deciso se far confluire o meno Roma2000 in una nuova newco). (…) Ma saranno messe nero su bianco dai legali garanzie precise: immediato mandato a vendere a un advisor (quasi certamente a Rothschild Italia), una nuova composizione del cda (3 componenti), ridefinizione delle deleghe, presidenza della Roma a Rosella Sensi con compiti legati alla gestione ordinaria del club e alla campagna acquisti. Ma soprattutto nell’accordo verrà messo per iscritto che nel momento stesso in cui verrà trovato un acquirente il pacchetto azionario della As Roma verrà ceduto a Unicredit che lo girerà al nuovo proprietario. (…) Per ora si sono mossi solo alcuni imprenditori romani (la famiglia Angelucci, la famiglia Toti e Francesco Angelini).

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