Menez spegne 23 candeline a Roma. Joyeux anniversaire, Jeremy

 Buon compleanno, Jeremy Menez. 23 anni oggi, festeggiati nel calore e nel fracasso di una Capitale che non somiglia troppo al formalismo di Parigi. Lì, ti rifai gli occhi ma rimane un senso di incompiutezza, a furia di “guardare ma non toccare”. Qui, tra il Colosseo e l’Olimpico, è differente. Uno dei più cari amici che ho, direbbe che Roma è “pazza e disordinata”. Ma lui, ci sta da una vita e l’unica volta che è andato via è durato tre mesi. Che New York, mica valeva così tanto. Ma tu, Jeremy, chissà tu.
Però il fatto che ridi parecchio di più, magari è un indizio. Del resto, provare a passare per di qua e uscirne uguale a prima, è impossibile.
Adesso ridi, Jeremy: forse è servita la partita “più bella della mia carriera”. L’hai detto dopo il derby. Che sei entrato, hai cambiato volto alla Roma, hai finito raccogliendo l’ovazione di un Olimpico giallorosso da trasferta. Sotto la Sud, con il vento in faccia di una notte romana che – già di suo – non somiglia a nessun’altra notte.
I biglietti di auguri non sono mai troppo lunghi e – semmai – dovrebbero essere efficaci.
Noi diremmo, con la torta in mano.
Joyeux anniversaire, Jeremy. Hai bussato col 94, in onore della banlieue parigina. Ma magari – mo’- ti starebbe bene pure il 35. E’ il numero di quartieri in cui si divide Roma.

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