Roma in emergenza

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 Il Messaggero:

Olimpico, ore 18: la Roma ospita il neo promosso Lecce che in classifica vanta due punti in più della squadra di Claudio Ranieri. Operazione sorpasso, in Casa Roma, alla vigilia della delicata sfida di Champions League di Basilea, mercoledì, e del derby contro la Lazio, domenica prossima. Dopo giorni e giorni di silenzio (stampa), Ranieri ieri è tornato a parlare del momento della Roma, raccontando la sua verità.

Il modulo di gioco. «Le ho pensate tutte, ma non possiamo che giocare così (4-4-2, ndr). Lo so anche io che Perrotta non è un esterno e Vucinic non è Eto’o, ma devo fare il massimo e risolvere il problema. Non ho un esterno sinistro, potrei metterci un terzino ma non sarebbe un buon messaggio per la squadra. Mi piacerebbe giocare con tre mediani e un rifinitore come Menez dietro le punte, ma lo farò quando staranno bene. C’è chi mi dice che faccio il 4-4-2 scolastico e vecchio; c’è chi dice che cambio sempre modulo, ed ha ragione. La realtà è che quando si vince tutto va bene e si parla superficialmente. Quando le cose vanno male invece si parla tanto. Stiamo cambiando il sistema di gioco da un 4-2-3-1 ad uno con una punta fissa, ci vuole tempo e ci vogliono i giocatori in forma».

I problemi muscolari. «Avete presente i giocatori che erano a Brunico e che hanno fatto la preparazione? Sono pochissimi, perché Borriello è arrivato ad inizio campionato. Perrotta e Taddei si sono infortunati. Pizarro stava in ritiro ma non si è allenato. La difesa, i tre nazionali Juan, Mexes (Mexes c’era a Riscone, ndr) e Burdisso sono arrivati dopo. Gli infortuni sono dovuti anche a questioni croniche di alcuni giocatori. Sono stato costretto a mettere Taddei per due partite consecutive, non gli ho potuto dare il recupero perché si era infortunato qualcun altro. Adesso sono costretto a far giocare De Rossi, che avrebbe bisogno di allenarsi un pochino di più. La preparazione va bene: è che non hanno il tempo di allenarsi».

I cambi di Parma. «A Vucinic il giorno prima avevo chiesto quanti minuti avesse nelle gambe. Lui mi ha risposto: “Trenta minuti e non so neanche come”. Gli ho detto: “Vai, giochi e mi dai tutto“. Alla fine del primo tempo gli ho detto di darmi altri quindici minuti perché avevo ancora bisogno di lui. Quando ho visto che ha perso palla tre volte, l’ho tolto. Perché Totti sostituito alla fine del primo tempo e non Vucinic? Avevo bisogno più di Vucinic sulla fascia e anche perché mi serviva uno per contrastare Dzemaili».

Le posizioni in campo. «Vucinic ha sempre giocato in quella posizione, poi quando non riesce più a tenerla lo metto come seconda punta. Francesco (oggi 450 in A, ndr) sta facendo più o meno quello che ha sempre fatto: un centravanti che viene nello spazio a prendere palla e c’è chi si inserisce. Ora non abbiamo più chi si inserisce perché abbiamo preso Borriello per riempire l’area di rigore. E’ tutta una questione di cose contingenti, è tutto dovuto a questi infortuni, a questo dover mettere in corsa giocatori che magari non sono ancora pronti».

Il futuro.
«Ho percepito fiducia illimitata, da parte della società. Occhio a chi spinge per mandare via Ranieri. Perché dove sono andato ho sempre fatto meglio dell’allenatore precedente e di quello che è venuto dopo. Occhio a spingere su questo tasto». In realtà, numeri alla mano, è accaduto soltanto a Parma e parzialmente alla Juventus che il tecnico testaccino abbia fatto meglio di chi lo aveva preceduto o di chi ha preso il suo posto. Ma, vista la situazione attuale della Roma, sono argomenti che devono interessare fino a un certo punto


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