Partenza sprint per Borriello

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 Dalla Gazzetta dello Sport:

Pugni, pupe, palloni. La mascella fa ancora male, i gossip sentimentali non si placano (adesso è il turno della modella Nina Senicar), ma a far venire i venire davvero i brividi a Marco Borriello è ancora la solita, vecchia storia: vedere la palla che s’infila in fondo alla rete. Niente di nuovo, si potrebbe dire. Vero, ma fino ad un certo punto, perché l’attaccante in meno di quattro mesi si è già ritagliato un posto nella storia della Roma, visto che mai nessuno ha avuto un tale impatto gol-punti nel primo spicchio di stagione. L’ex rossonero infatti ha già portato in dote — fra campionato e Champions— 12 punti e si è lasciato alle spalle Balbo (1993-94: 8), Batistuta (2000-2001: 7), Pruzzo (1978-79: 6) e poi ancora Taccola, Volk, Prati, Guaita via sgranando il rosario dei ricordi.

Bomba Insomma, nessuna sorpresa che le forze dell’ordine in questi giorni abbiano scoperto un petardone illegale che a Napoli è stato intitolato a Cavani, mentre a Roma ha avuto il battesimo come «Bomba Borriello»

Scelta giusta Un riconoscimento che in qualche modo lenisce quel fastidio che la doppia microfrattura al seno mascellare destro continua a procurargli. «Ho fatto la scelta giusta — ha detto infatti Borriello, che ha contribuito a trasformare 5 pareggi in vittorie (+10 punti) e 2 ko in altrettanti pari (+2), come segnalato dal sito laRoma24—. Devo dire che non pensavo d’integrarmi così in fretta ed il merito di questo va all’allenatore e a tutti i miei compagni. Per questo mi è dispiaciuto quando si è parlato di litigi fra me e qualche giallorosso. Era solo una questione di caratteri, di gesti che andavano interpretati. Potete credermi, nello spogliatoio andiamo d’accordo» .

Missione scudetto Avviso ai naviganti del pallone: Borriello non è venuto a Roma solo per cercare gloria personale. «Macché, sono venuto per vincere. Siamo una squadra da scudetto, abbiamo una rosa formidabile in ogni reparto e ci dobbiamo credere fino in fondo. Peccato che all’inizio abbiamo perso qualche punto per strada, ma la rimonta è possibile e lo abbiamo dimostrato con il successo di San Siro» . Un’altra cosa che ha dimostrato è la sua buona predisposizione a poter giocare al fianco di tutti i tipi di attaccante. Al suo fianco, infatti, si muovono pesi leggeri come Menez e Vucinic, massimi come Adriano ed eclettici come capitan Totti. «Tecnicamente, poi, gioco in una posizione diversa rispetto al passato. Guardo di più la porta e questo mi aiuta a far gol» . E si vede, tant’è che al Milan si sussurra che ci sia gente che abbia all’improvviso scoperto come Ibrahimovic e Borriello in tante situazioni avrebbero potuto anche convivere. «Ma l’ho già detto: non m’interessa pensare al Milan» , ha concluso il centravanti. Vero, ma sono i rossoneri che, guardandosi alle spalle, hanno scoperto di pensare sempre più a lui.


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