Vucinic tra le riserve. Si rischia il caso

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 Dalla Repubblica:

Solo un mese fa, era l’eroe dell’Olimpico nella notte del trionfo sull’Inter. Trenta giorni (e un infortunio) dopo, Mirko Vucinic è tra i volti più tesi tra quelli per nulla sorridenti che si aggirano dalle parti di Trigoria. Dopo il gol ai nerazzurri, ha giocato dall’inizio soltanto con il Cluj – sostituito da Borriello al 63′ – e a Parma, richiamato in panchina dopo appena cinquantuno minuti. La reazione che ne è seguita è già in archivio, ma gli echi arrivano fino a oggi. Quando a Trigoria è tornata, dopo l’esperimento estivo, la divisione del gruppo in due: i “titolari” in campo la mattina, le alternative nel pomeriggio per un’amichevole in famiglia insieme ad alcuni ragazzi della Primavera. Un test utile a valutare le condizioni di Julio Sergio (pronto al rientro in campo). Ma nel gruppo di Doni e Baptista, di Antunes e Loria, è finito anche Vucinic. Ufficialmente, per consentirgli di migliorare la forma fisica: “Non ha la partita nelle gambe”, assicurano.

ALTERNATIVA – In ogni caso, non è certo un gran momento per Vucinic che, dall’inizio della stagione, ha visto più volte cambiare la propria posizione. E non solo tatticamente. Aveva chiuso lo scorso anno con il gol al Chievo che, almeno per qualche minuto, aveva illuso sul sogno scudetto. Nella nuova stagione, però, l’attaccante non ha più trovato continuità: prima gli errori davanti a Julio Cesar e Lobont contro l’Inter in Supercoppa, costati il trofeo alla squadra. Poi due infortuni e il ruolo di comparsa in un attacco “intasato” da Totti e Borriello. Proprio l’arrivo del centravanti ex Milan ha cambiato inevitabilmente le prospettive di Vucinic nella Roma. Da intoccabile ad alternativa di lusso, costretto a ritagliarsi uno spazio da esterno di centrocampo: ruolo che non ama, ma che ha accettato pur di poter giocare. Come a Parma, dove anche per il sacrificio fatto nel primo tempo in fase di copertura, sperava di aver più tempo nella ripresa da spendere vicino alla porta.

RISCHIO ADDIO – Oltre all’equivoco tattico, Vucinic non ha gradito, negli ultimi mesi, che la società abbia legato a sé Adriano e Borriello con contratti decisamente superiori a quello fatto firmare a lui soltanto un anno prima. A giugno 2009 il montenegrino aveva siglato un accordo fino al 2013 da 2,5 milioni a stagione: stipendio in linea con il tetto salariale del club. Solo dodici mesi più tardi, però, la Roma ha blindato Adriano con un’intesa da 3 milioni annui, operazione replicata a fine estate con Borriello (3,3). Anche per questo, un eventuale distacco entro fine stagione di Vucinic dalla Roma è qualcosa più di un’indiscrezione. Al di là delle voci (tutt’altro che confermate) su possibili accordi già raggiunti tra il giocatore e l’Inter per trasferirsi a Milano a fine stagione, resta la certezza che l’attaccante piaccia eccome a Branca, dt nerazzurro, che lo segue dai tempi di Lecce. Per la Roma Vucinic, resta in ogni caso incedibile. A meno di offerte – di cui attualmente non si è registrata traccia – che convincano a pensare il contrario: non meno di 25-30 milioni.

TADDEI FUORI DUE MESI – A occupare i pensieri di Ranieri, però, soprattutto il problema infortuni. Perché oltre a portare via due punti utilissimi per rilanciare le ambizioni della Roma, il Tardini di è preso anche il polpaccio di Taddei, che rischia di pagare a caro prezzo le due gare in tre giorni con Genoa e Basilea. La risonanza effettuata nel pomeriggio al Gemelli dall’esterno ha evidenziato una lesione muscolare di secondo grado: una ricaduta sul problema che lo aveva fermato a settembre e che rischia di tenerlo fuori gioco tra i 50 e 60 giorni. Probabile, a questo punto, l’arrivederci al nuovo anno, anche perché il polpaccio è muscolo che consiglia una gestione del decorso estremamente cauta. Lo sa bene De Rossi: a due settimane dall’infortunio muscolare subìto in nazionale, il rientro non è ancora imminente. La speranza, più che per sabato contro il Lecce, è di averlo per il Basilea.  


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