Rapporto giocatori-Ranieri: la squadra è col tecnico

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 Dal Romanista:

Dagli spogliatoi del San Paolo, adiacenti al campo, si sente lo scrosciare delle docce e il profumo del bagnoschiuma. Passando accanto a quello del Napoli c´è chi urla, chi si dà il cinque, chi già parla al telefono con la famiglia. Pochi metri più avanti c´è quello della Roma. Ed è solo silenzio. All´uscita facce tirate e volti scuri: De Rossi, l´unico con la borsa della Nazionale, si ferma a firmare autografi ai bambini, così come Lobont, Doni e i fratelli Burdisso. Nicolas è un pezzo di ghiaccio, si vede lontano un miglio che vorrebbe parlare e urlare tutta la sua rabbia – così come aveva fatto qualche minuto prima in campo – ma non lo fa. E tace. Accanto a lui Guillermo manda sms. Poco dopo esce Totti, ha in mano una lattina di Coca Cola light ma non fa in tempo ad aprirla, tanto è sommerso dall´affetto dei bambini napoletani che non lo lasciano un secondo. Accanto al pullman della Roma c´è una ragazza bionda, fisico e look da modella: è la fidanzata di Sosa. Chiede a un inserviente: «Ma è quello Totti?». Alla riposta affermativa, tira fuori il cellulare e gli scatta una foto. Francesco non se ne accorge, sale sul pullman, si siede accanto al finestrino, si parte. La Roma si lascia il San Paolo alle spalle. Ma non la crisi, iniziata il 21 agosto in Supercoppa contro l´Inter e interrotta per qualche attimo dall´Inter stessa, perché battere il Cluj all´Olimpico, con un solo gol di scarto e soffrendo nel finale è anche meno del minimo garantito. Per ripartire («speriamo che il 16 ottobre arrivi presto» diceva già domenica sera qualche giocatore), un punto fermo c´è: il gruppo. Lo spogliatoio della Roma è unito e non ci sono, come invece qualcuno si diverte ad ipotizzare, clan e sottogruppi di alcun genere. E´ovvio che alcuni giocatori si trovino meglio con certi compagni piuttosto che con altri, ma il bene della Roma è al primo posto per tutti. E, di conseguenza, filtra da Trigoria, non c´è nessuno che metta in discussione il ruolo di Totti, dentro e fuori dal campo. Ieri il Capitano è stato attaccato da più parti, alcuni tifosi (o sedicenti tali) dicono che «ha fatto il suo tempo», c´è chi è arrivato a dire «che quest´anno è lui il problema». Una follia, in particolare i diretti interessati. I suoi compagni di squadra – tutti, nessuno escluso, dai senatori ai più giovani – pensano che per cambiare la stagione si debba ripartire proprio da Francesco, il quale sa di godere della fiducia di tutto il gruppo. E´ anche per questo che, dopo Roma-Inter, ha chiesto scusa nello spogliatoio, lontano da occhi e orecchie indiscrete, proprio per dimostrare che il suo nervosismo al momento della sostituzione era dato solo dal fatto che avrebbe voluto aiutare di più la squadra. A Napoli lo stesso: dopo ogni palla sbagliata, Totti si arrabbiava, imprecava, parlava con chi gli era accanto per cercare i movimenti giusti. Per cercare di vincere le partita. Come lui, anche gli altri dieci in campo. Perché, è inutile negarlo, la squadra ancora non ha ben capito come deve giocare. I continui cambi di modulo da parte di Ranieri hanno lasciato perplesso più di qualche calciatore, così come i cambi: non tanto quello di Vucinic per Borriello (che pure stava giocando bene e impensieriva il non irresistibile trio formato da Campagnaro- Cannavaro-Aronica), quanto piuttosto quello di Menez per Brighi. Togliere il francese, fino a quel momento tra i migliori, è sembrata alla squadra una mossa incomprensibile, soprattutto per il messaggio che la sostituzione sembrava implicare: pensare a difendersi. Quando Ranieri all´intervallo ha comunicato la sostituzione, nessuno ha detto nulla, ma la perplessità era evidente. Lo era talmente tanto che, contemporaneamente, Mazzarri diceva ai suoi giocatori: «Preoccupiamoci di Menez, è quello che ci sta creando più problemi». La squadra però, nonostante questi dubbi, non è contro Ranieri, anzi: i giocatori hanno espresso al tecnico le loro perplessità e ritengono che solo parlandosi e lavorando insieme si possa uscire da questa situazione.


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