Parma – Roma: la dieta dei giallorossi

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 Con l’anomalo anticipo delle 12.30, Parma-Roma scombussola anche le abitudini alimentari delle due squadre. La dieta dei giallorossi raccontata da Il Romanista:

Cappuccino e cornetto? Neanche a parlarne. La Roma cancella la colazione canonica. Almeno per 3 giorni. Quelli che mancano alla partita di domenica con il Parma. La prima per i giallorossi nel nuovo orario delle 12.30 voluto per avere una maggiore offerta televisiva. Sarà una sorta di debutto con tutti i rischi che ne conseguono, soprattutto dal punto di vista alimentare.

Perché giocare 90 minuti a quell´ora significa dover anticipare un po´ tutti i momenti cruciali della giornata per provare a fare in modo che l´organismo dei giocatori, abituato a rendere al massimo nel pomeriggio, sia pronto già nella tarda mattinata a produrre il massimo sforzo. E allora oggi e domani (oltre ovviamente al giorno della partita) la sveglia sarà per tutti alle 7.30, alle 9.30 ci si metterà a tavola. Non per la colazione, ma per il pranzo.
Sì, perché si dovranno assumere le energie necessarie alla partita. Il menù prevede del riso in bianco, della bresaola e del grana (il parmigiano lo dovranno azzannare al Tardini) oltre che un po´ di crostata. Insomma verranno stravolte le abitudini alimentari, ed è per questo che a Trigoria si è deciso di cominciare ad abituarcisi con un paio di giorni di anticipo. Per prendere confidenza con il brunch, il nome viene proprio dalla unione della colazione (Breakfast) e del pranzo (Lunch).
Poi tutti in campo per l´allenamento alle 12, e saranno due sedute più intense del solito, per simulare quanto più possibile la partita senza però sfiancarsi come durante un match vero. Domenica ci sarà la resa dei conti, si vedrà se la marcia di avvicinamento avrà funzionato a dovere e se la squadra, che in questo avvio di campionato non è apparsa brillante fisicamente, riuscirà a correre come e più dell´avversaria. Le incognite ci sono, anche perché nelle precedenti giornate in tanti si sono lamentati del nuovo orario. Più di tutti lo hanno fatto Bari e Cagliari che si sono ritrovate una di fronte all´altra a metà settembre, con un caldo torrido: «E´ un orario impossibile, non si può giocare a quest´ora ? aveva detto il presidente rossoblu Cellino -. Ne va dello spettacolo, è impensabile che i ragazzi possano tenere ritmi elevati con 35 gradi dopo aver pranzato alle 9 del mattino ».
Al Napoli, il dottor De Nicola, responsabile dello staff medico, aveva tentato invece di usare la psicologia coi giocatori: «Fate conto che vi siete alzati dal letto alle undici, come talvolta capita, e che alle undici e trenta siete stati convocati per il pranzo. Praticamente, non cambia niente». E c´è stato pure chi non si è lamentato affatto. Come il cileno Jimenez, ora al Cesena, che lo scorso anno aveva provato il match dell´ora di pranzo al West Ham: «In Inghilterra sono abituati, però giocano bene a qualunque orario, quindi non credo rappresenti un problema. E´ una cosa nuova, mentre lì è normale e a me piaceva». Questione di punti di vista. Una cosa è sicura: di cappuccino e cornetto, neanche l´ombra.


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