Mexes: “Sabato sarà una grande battaglia”

 Di seguito le parole di Philippe Mexes ai microfoni di Sky dopo il successo contro il Bologna.

Su Roma – Inter: “Sarà una partita molto diversa rispetto alle altre, una grande battaglia. Li aspettiamo all’Olimpico per una partita che sognavamo da tanti anni. Cercheremo di dare tutto, come abbiamo sempre dimostrato quest’anno. Non dobbiamo sentire troppo la pressione e cercare di giocare con tranquillità. Aver vinto oggi è fondamentale“.
Differenze rispetto alla rincorsa sull’ Inter di due anni fa
: “La Roma ha meno punti da recuperare e siamo pù maturi. La squadra ha grande fiducia, abbiamo tutto da guadagnare e niente da perdere, lotteremo fino alla fine”.
Sul reparto arretrato della Roma
: “ Ci vuole un po’ di fortuna, ci sono periodi in cui gli avversari tirano da ogni posizione e fanno gol, altri in cui non segnano. Noi difensori stasera ci siamo messi bene ed è stato tutto più facile”.

Ranieri: “Roma-Inter, 48 ore e ci siamo”

 Solo la Roma replica alla tripletta dell’Inter. Lo fa con due reti nella ripresa che servono in un colpo a liquidare il Bologna e acciuffare il Milan al secondo posto in classifica. Claudio Ranieri raggiante a fine partita. Ai microfoni di Sky Sport non nasconde soddisfazione e orgoglio verso un gruppo che ha ribaltato un cammino cominciato in maniera pessima.
SCALATA. Sappiamo bene da dove abbiamo cominciato l’avventura insieme, la Roma stava in fondo e questi ragazzi sono stati capaci di un percorso importante e lodevole a un tempo. Si era detto che a me il pareggi odi Livorno tornava comodo per togliermi un peso. Dico solo, a questo punto, che facciamo due lavori diversi: io l’allenatore e voi i giornalisti. Va bene così“.

Bologna-Roma, Ugo Bassi e la Torre di Maratona a vigilare sui felsinei di Colomba

 Bologna, la vecchia signora dai fianchi un po’ molli e col culo sui colli (direbbe Guccini). Il cui recente passato calcistico è un intercedere lento verso obiettivi ridimensionati, diremmo noi. Cambia per non cambiare mai, Bologna la “rossa”. Tradizione e modernità, eccellenza e abbondanza, associazionismo e culla della partigianeria. Fino alle recenti vicissitudini amministrative (caso Delbono) che sono francamente nuove a una città perbene. Croce rossa in campo bianco: lo stemma comunale contiene i due colori che riassumono – da soli – la storia politica italiana del secondo dopoguerra e, simbolicamente, ricordano i trascorsi istituzionali del capoluogo emiliano. Nel quale per decenni ha governato la sinistra in assoluta maggioranza. Poi, agli albori del 2000, il centro destra di Guazzaloca. Una parentesi scivolata via con Cofferati.
BOLOGNA LA DOTTA, LA GRASSA. 38 chilometri di portici nascondono all’interno tonnellate di cultura e arte da farci esclusive enciclopedie. Basterebbe scostare l’ipotetico uscio per trovarci un tesoro inestimabile: da una parte Piazza Maggiore e dall’altra la basilica di San Petronio; a destra la chiesa di San Domenico e a sinistra piazza santo Stefano; di qua la cattedrale di San Pietro e di là le torri gentilizie. A infarcire bellezze che vale la pena farci un week end lungo, la più antica università del mondo occidentale con anno convenzionale di fondazione fissato nel 1088. Bologna la dotta. Direbbero anche questo, della città, che ospita 90.000 studenti e 23 facoltà. Un approdo irrinunciabile per cittadini di ogni razza e provenienza che ne hanno inevitabilmente determinato anche l’altro dei due appellativi che avvolgono Bologna in un manto di modi di dire. La grassa. Laddove l’opulenza di una gastronomia ricca e variegata ha accresciuto, anno dopo anno, migrazione su migrazione, la già celebre tradizione culinaria. Tramandata nei secoli, dal Medioevo. Carne e pasta all’uovo. Salumi, ragù e il fascino del tortellino che, uno alla volta, se lo metti in bocca ti stai mangiando – racconta la leggenda – l’ombelico di Venere.

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