Mondiali, Italia: la seconda gara più dolce che amara. Nel 1990 Giannini incantò l’Olimpico

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 I numeri, secchi e inequivocabili: la seconda partita dell’Italia nella competizione Mondiale (per tutte le sedici volte che gli Azzurri vi hanno partecipato) garantisce un buon supporto per alimentare fiducia e speranza. Nel corso degli anni, statistiche alla mano, la seconda uscita dei tricolori ha regalato 7 vittorie, 3 sconfitte e 6 pareggi. 24 le reti messe a segno nel complesso, 12 quelle subite. Due k.o. con squadre europee (Cile e Urss), uno solo contro le sudamericane (Cile). Del totale di segni X, cinque registrati con squadre del continente americano (2 contro l’Argentina, uno contro Uruguay, Usa e Perù) e uno contro la Spagna. Le sette vittorie sono invece arrivate contro 4 squadre europee (Francia, Belgio, Ungheria, Norvegia) 2 americane (Usa e Paraguay), 1 africana (Camerun). Il primo in ordine di tempo a essere andato in gol nella seconda uscita di un Mondiale è stato Ferrari (1934), l’ultimo è Alberto Gilardino (che ha la possibilità di ripetersi). Nessun precedente contro la Nuova Zelanda, uno – invece – riconducibile alla data (20 giugno) nella quale l’Italia disputerà il secondo match dei Mondiali 2010 in Sud Africa: nello stesso giorno del 1954, gli Azzurri affrontarono – nella seconda gara del Mondiale in Svizzera – il Belgio, cui rifilarono una batosta importante. 4-1 per noi, ma la Svizzera – battendoci nell spareggio per il passaggio del turno – ci consegnò il biglietto di ritorno. Ecco nel dettaglio quel che è accaduto all’Italia nel corso della seconda sfida Mondiale.
1934, 31 maggio: Mondiale nella penisola. Italia-Spagna 1-1 (Ferrari, Regueiro); di fronte a 35 mila persone, il comunale Giovanni Berta fa da cornice al pareggio (che mise nelle condizioni di rigiocare il giorno dopo al fine di sancire la nazionale cui spettava il passaggio in semifinale) con gli spagnoli. L’equilibrio dura anche nei tempi supplementari, serve la ripetizione della gara. La formula del 1934 era differente rispetto a quella di oggi: nessun girone di qualificazione, il primo turno coincide di già con gli ottavi di finale.


1938, 12 giugno: Mondiale in Francia. Stesso regolamento di quattro anni prima: dagli ottavi ai quarti con gara secca. L’Italia esordì contro la Norvegia e si trovò a fare i conti – immediatamente – con i padroni di casa. Francia-Italia 1-3 (Colaussi, Heisserer, doppietta di Piola), lo Stade olympique Yves-du-Manoir (Colombes, Paris) è una bolgia di 58 mila voci messe lì a incitare i transalpini. Servì a poco, andammo a vincere anche quella Coppa del Mondo (due consecutive, dopo di noi c’è riuscito solo il Brasile).
Il salto temporale di 12 anni è motivato dalla pausa forzata: decise la Guerra, il campo di gioco si tramutò in una distesa dove far battaglie, il pallone smise di essere strumento di utilizzo quotidiano. Subentrarono le bombe a mano.
1950, 2 luglio: scenario, il Brasile. Estadio do Pacaembu, San Paolo. Nel frattempo cambiò la formula che divenne quella cui siamo abituati. Girone di qualificazione: Italia-Paraguay 2-0 (Carapellese, Pandolfini), di fronte a 26 mila spettatori. Riscattato l’esordio deludente (sconfitta per 3-2 contro la Svezia) ma non bastò: ne passava solo una per girone. Quella volta gli svedesi fecero un punto in più, si tornò a casa con la coda tra le gambe.
1954, 20 giugno: Losanna regala l’unica gioia di quella competizione. All’Olympique da la Pontaise – 26 mila spettatori paganti – Italia-Belgio 4-1 (Pandolfini, Galli, Frignani, Lorenzi, Anoul) dopo la sconfitta nell’esordio contro gli elvetici. Costretti allo spareggio con la Svizzera (pari punti) subiamo la seconda batosta (su due) dalla nazionale ospitante. A casa pure stavolta con l’unico privilegio che il viaggio di ritorno dura parecchio meno rispetto a quattro anni prima.
1958, black out: l’Italia manca la qualificazione per i Mondiali di Svezia, beffata nella fase di qualificazione dall’Irlanda del Nord. E’ la prima volta dalla creazione della competizione che gli Azzurri non riescano neppure a garantirsi la presenza.
1962, 2 giugno: Santiago del Cile, il teatro; Estadio Nacional, il palcoscenico. Cile-Italia 2-0 (Ramirez, Toro), dopo il pari dell’esordio (contro la Germania) ci toccano i locali: agguerriti, osannati, determinati e cinici oltre modo. Soccombiamo nel finale e la sconfitta contro i cileni ci condanna di fatto ad abbandonare anzitempo anche questo Mondiale.
1966, 16 luglio: Coppa del Mondo in Inghilterra; Italia nel gruppo 4 con Cile, Corea del Nord e Urss. Esordiamo con vittoria (contro il Cile) ma il seguito è da “pagina nera”: la seconda gara ci vede contrapposti all’Urss, si gioca a Sounderland, Roker Park. Vincono i russi per 1-0 (Cislenko), la nostra personalissima caporetto si concretizzò nella sfida successiva (altra sconfitta, con la Corea del Nord. Giù il sipario, capo chino, tutti a casa).
1970, 6 giugno: Puebla, Estadio Cuauhtemoc, 30 mila spettatori. Uruguay-Italia 0-0: dopo la vittoria contro la Svezia, la seconda degli Azzurri si chiude a reti inviolate ma la strada è ugualmente spianata verso la finale contro il Brasile (dove i carioca ci bombardano e spengono ogni speranza di vittoria).
1974, 19 giugno: Germania Ovest, finiamo nel gruppo 4 con Haiti, Polonia e
Argentina. Il secondo incontro ci vede contrapposti ai biancocelesti sudamericani: a Stoccarda finisce 1-1 dopo l’esordio bagnato con vittoria contro Haiti. Fa tutto l’Argentina: gol di Housemann al 20′, autorete di Perfumo 15′ dopo. Di fronte a 69 mila spettatori si consuma la penultima gara italiana di quel Mondiale: la sconfitta seguente contro la Polonia ci esclude dalla seconda fase.
1978, 6 giugno: Mondiali in Argentina, con i padroni di casa che finiscono
nel girone di qualificazione dell’Italia (assieme a Francia e Ungheria). Vinciamo all’esordio con i transalpini, la seconda gara ci vede contrapposti all’Ungheria. Finisce 3-1: Rossi, Bettega, Benetti, A. Toth. Di fatto siamo già qualificati per il turno successivo ma decidiamo di non farci mancare proprio niente: vittoria anche nella terza partita, contro i padroni di casa che andranno poi a vincere la Coppa (finiamo quarti, sconfitti nella finalina dal Brasile). Ma i tempi tornano a essere maturi.
1982, 18 giugno: si torna sul continente. Mondiale in Spagna, la seconda gara
dell’Italia è contro il Perù. Altro pareggio, dopo lo 0-0 dell’esordio, per 1-1: a Bruno Conti replica Diaz, la cornice è Vigo. Stadio Balaidos, 25 mila spettatori: stanno assistendo alla volata degli imminenti Campioni del Mondo.
1986, 5 giugno: Messico, Puebla. Lo stadio è ancora il Cuauhtemoc, 32 mila
paganti. Italia-Argentina 1-1, Altobelli e Maradona. Secondo pari consecutivo (stesso risultato, all’esordio, contro la Bulgaria), decisiva la vittoria alla terza partita (3-2 contro la Corea del Sud) per passare il turno come secondi classificati del girone. Ma la Francia che ci attende agli ottavi è troppo più forte.
1990, 14 giugno: Italia in casa, nel gruppo A ci sono anche Austria, Cecoslovacchia e Stati Uniti. La seconda gara degli Azzurri è proprio contro gli Usa. Si gioca all’Olimpico di Roma di fronte a 74 mila spettatori: finisce 1-0 per noi, in gol Giuseppe Giannini dopo 11′. Primi nel girone, finimmo terzi dopo aver sconfitto l’Inghilterra nella gara di consolazione tra le perdenti delle semifinali. 1994, 23 giugno: gruppo E. Italia con Messico, Irlanda e Norvegia. Partiamo male – sconfitta con gli irlandesi – ma la seconda gara, a east Rutherford presso il Giant Stadium regala il riscatto. Di fronte a 75 mila paganti, Italia-Norvegia finisce 1-0, ci salva Dino Baggio al 69′. Nonostante le quattro squadre chiudano il girone a pari punti, la classifica avulsa ci fa un favore. Galoppammo fino alla finale contro il Brasile ma i rigori furono un boccone amarissimo. Non digerimmo agevolmente.
1998, 17 giugno: la competizione si gioca in Francia. Stentiamo all’esordio contro il Cile (2-2) ma nella seconda gara di qualificazione mettiamo a tacere le velleità africane: Italia-Camerun 3-0 (Di Biagio e doppietta di Vieri) con gli Azzurri che incantano Montpellier e i 30 mila spettatori dello stadio della Mosson. Pecato solo per quei rigori – ancora maledetti- con cui la Francia ci sbvattè fuori ai quarti. Per andare a trionfare tra le mura amiche.
2002, 8 giugno: a Kashima, in Giappone la Croazia ci fa neri. 2-1 per loro nonostante il vantaggio iniziale di Vieri. Olic e Rapaic ribaltano in quattro minuti: al Kashima Stadium . 37 mila paganti – è trionfo biancorossoblu dopo il buon esordio (vittoria per 2-0) contro l’Ecuador. Il pareggio con il Messico nella gara successiva ci basta per approdare agli ottavi, Byron Moreno e la Corea del Sud scrivono la storia successiva. Noi si torna a casa mesti, mogi e incazzati.
2006, 17 giugno: Kaiserslautern, Fritz Walter Stadion. 46 mila spettatori assistono al pareggio deludente tra Italia-Usa che termina 1-1 (Gilardino, autorete Zaccardo). Avevamo vinto all’esordio contro il Ghana, successo anche alla terza (contro la Repubblica Ceca) e trionfo nella magica notte di Berlino. Che consaca gli Azzurri Campioni del Mondo per la quarta volta.


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