Milan-Roma, Amelia: “I giallorossi possono battere chiunque. La Roma è la religione di noi tifosi”

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 Marco Amelia, secondo portiere del Milan, prossimo avversario della Roma in campionato, ha parlato della gara di San Siro di sabato prossimo a laroma24.it:

Milan-Roma: dieci punti di differenza tra le due. Sembra non esserci storia.
“Vedendo le ultime partite e la classifica una differenza tra le due squadre esiste. Sicuramente non è un momento positivo per la Roma, che non si sta esprimendo ai suoi livelli abituali, ma questa è una squadra che può battere chiunque con le individualità che ha: Totti, Menez, ma anche altri. Ma per noi è una grande occasione…”.
Perché? Ci sono tre punti in palio.
“Vero, ma se riusciamo a far risultato, si può mettere da parte un avversario per lo scudetto, perché per loro recuperare tredici punti nel girone di ritorno sarebbe complicato”.
Preoccupati per il ritorno da avversario di Borriello?
“Sicuramente contro di noi avrà una carica in più. Ma abbiamo i giocatori per limitarlo”.
In porta per la Roma giocherà Doni. A tuo avviso, il migliore tra i tre portieri giallorossi?
“Personalmente ritengo che Doni sia il portiere più completo a disposizione di Ranieri. In passato ha avuto un periodo negativo, così come il resto della squadra, ma fisicamente e tecnicamente è il più bravo. Non a caso per quattro anni è stato tra i migliori in Italia”.
Voce ricorrente: il Milan è Ibrahimovic dipendente. Sei d’accordo?
“No, assolutamente. E’ vero che Ibra è un campione, ma ce ne sono anche altri giocatori determinanti. Zlatan è senza dubbio il migliore, ha una forza impressionante”.
Nello spogliatoio che tipo è lo svedese?
“Un ragazzo eccezionale, che si fa voler bene. E’ stata una bellissima scoperta, è stato descritto come chissà chi, invece è un piacere starci insieme”.
Già, però la rissa con Onyewu non è stata un bell’episodio.
“E’ stato un episodio ingigantito dai media, durato trenta secondi, che in un campo di calcio può capitare”.
Prima hai menzionato Totti, tuo amico ed ex compagno di Nazionale. In questo momento il capitano è criticato dai più. Addirittura qualcuno lo considera un giocatore sul viale del tramonto. La tua idea?
“Sono sicuro che quando Francesco non si sentirà più un giocatore all’altezza, sarà il primo a mettersi da parte. Per tanti motivi: per quello che ha fatto con questa maglia e per l’amore che lo lega alla società. Ma in questo momento il problema è un altro…”.
Quale?
“Francesco deve trovare una soluzione dal punto di vista del ruolo, nell’ultimo periodo non si capisce se fa l’attaccante o il rifinitore. E’ un problema di posizione in campo, non fisico”.
E’ Totti il miglior giocatore della storia della Roma?
“Ce ne sono stati tant forti, ma dal punto di vista delle qualità tecniche e fisiche, sicuramente. E come simbolo è al livello di Giannini e di Bruno Conti”.
Una volta gli dedicasti un applauso per un gol che ti segnò in pallonetto in un Roma-Livorno, ma che poi fu annullato dall’arbitro.
“Lo ricordo quel giorno. Fece un gesto tecnico pazzesco, che non poteva non meritare un applauso. Totti è questo, un campione straordinario, non può essere discusso da nessuno”.
Che sensazioni provasti quel 24 giugno 2001 al Circo Massimo, nel giorno della festa del terzo scudetto della Roma? C’eri tu, insieme a Francesco, Candela, Zebina, Montella e D’Agostino.
“Bellissimi ricordi. Far parte della squadra che vince lo scudetto, che fa qualcosa di storico nell’anno del Giubileo, che toglie lo scudetto dalle maglie della Lazio, è stato significativo”.
Parole, le tue, di chi vuol bene alla Roma.
“Sono cresciuto con la Roma. Da piccolo guardavo in continuazione la videocassetta dello scudetto del 1983. Seguivo tutto della squadra, soprattutto con mio padre. La Roma è la religione di noi tifosi”.
Prima o poi tornerai, sembra di capire.
“Per me è un obiettivo, non un sogno. Quando accadrà, però, non lo so, non dipende da me. Come dissi una volta, sarei disposto a venire anche gratis, anche a 35 anni a fine carriera”.


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