Lazio-Roma, da Totti a Zarate: quando l’esultanza diventa ironia

 Da Il Tempo:

Sfottò, messaggi ironici, magliette canzonatorie. È il sale di ogni derby. Un modo per stemperare l’attesa dell’evento, ma soprattutto per renderlo unico e indimenticabile in caso di successo. «Sogno scudetto? Ritenta, sarai più fortunato!». «Ossessione derby? Non disperate, arriva il Frosinone». Maglie già pronte? Impossibile saperlo: nessuno vuole svelare le proprie intenzioni sarcastiche. La posta in palio è troppo alta per ostentare sicurezze controproducenti. La scaramanzia è d’obbligo: se nel corso dei novanta minuti qualcosa andasse storto, il boomerang della derisione tornerebbe indietro a velocità raddoppiata. Meglio non rischiare, dunque. Bocce cucite e preparativi nascosti. Eppur qualcosa si muove: se le tifoserie stanno preparando le cose in grande (ieri a Trigoria girava una maglia con Ranieri in versione gladiatore: «Al mio segnale scatenate l’inferno»), i giocatori non vogliono esser da meno. Del resto, entrambe le squadre hanno già dimostrato indubbie qualità ironiche.

Primo tra tutti Francesco Totti: il «Vi ho purgato ancora» esibito l’11 aprile ’99 è rimasto nella storia. I biancocelesti gli hanno risposto lo scorso anno, festeggiando il successo in Coppa Italia: «Io campione, tu zero titoli» era la scritta disegnata sulla maglia celebrativa, con Zarate che strappava la coccarda al capitano giallorosso. Chi festeggerà stavolta? I romanisti desiderosi di spingere i cugini verso la B? O i laziali ansiosi di mettere i bastoni tra le ruote della speranza scudetto giallorossa? Di sicuro, il leitmotiv dello sfottò scorrerà lungo i binari dell’ironia.

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