La longevità di Totti è risultato di sacrificio e passione

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 La classe infinita e la tecnica sopraffina sono sempre state qualità che hanno contraddistinto Francesco Totti fin dai suoi primi anni in Serie A; non molti, forse, si sarebbero aspettati a inizio stagione che, a 36 anni, il capitano sarebbe stato in grado di giocare tutte le partite con tanta intensità dal punto di vista fisico, soprattutto nella prima parte della stagione quando con Zeman veniva schierato sulla fascia sinistra e si sacrificava costantemente anche in fase di ripiegamento difensivo. Gran merito dell’attuale tenuta fisica di Totti, che spesso in passato veniva da alcuni giudicato un giocatore poco propenso ad allenarsi dal momento che, consapevole delle proprie qualità, confidava  sul proprio bagaglio tecnico per fare la differenza in partita, è certamente merito della preparazione estiva sotto la guida del tecnico boemo; ma oltre alle sedute di allenamento alla guida di Zeman, la cosa che più di ogni altra è alla base dell’intramontabilità di questo fantastico fuoriclasse è la sua passione per il gioco in quanto tale. E’ questa l’interpretazione data da Mario Brozzi, l’ex medico sportivo della Roma, che intervistato da Adnkronos Salute ha spiegato che “il segreto della longevità di Francesco è’ il suo amore per il pallone, la gioia nello scendere in campo. Una volta mi ricordo che nel corso di una partita di campionato a Milano riportò uno stiramento nei primi 45 minuti di partita. Ebbene, non uscì dal campo, mi confidò la cosa solo a fine gara. Io gli chiesi allora perché non mi aveva avvisato del problema. Lui mi rispose: ‘Non volevo uscire. Mi stavo divertendo troppo”.

Brozzi ha anche ricordato il grave infortunio patito dal capitano nel 2006 nella partita contro l’Empoli dopo uno scontro di gioco con Vanigli, a seguito del quale riportò  la frattura del perone sinistro con interessamento dei legamenti della caviglia che ne mise in dubbio la partecipazione al Mondiale di Germania. “Si è trattato di un triplice infortunio. Una brutta botta. Lui però fin dai primi momenti, pur conscio della gravità dell’incidente, si è mostrato subito tranquillo. Si fidava ciecamente dell’equipe medica. Ha seguito sempre tutti i nostri consigli, senza mai fare di testa sua. Mi ricordo che mentre l’ambulanza lo portava in clinica gli domandai: Sei preoccupato? ‘No, io sto tranquillo con voi’, mi rispose. Anche nella fase post-operatoria, quella più dura, della riabilitazione e del recupero, Francesco è sempre stato disponibile. Si fidava del medico, del fisioterapista e del suo preparatore fisico. Così si spiega il suo recupero lampo. Non dimentichiamo – conclude – che qualche mese dopo quell’infortunio Francesco partecipò ai Mondiali da protagonista e alzò al cielo la Coppa del mondo”. In Nazionale, come ha detto nei gironi scorsi lo stesso ct azzurro  Prandelli, Totti potrebbe tornare alla vigilia del Mondiale che si disputerà in Brasile nel 2014 quando avrà 37 anni, ma quello che sta più a cuore a tutti i tifosi romanisti è che il numero 10 possa continuare ancora a lungo a essere protagonista con la maglia giallorossa.

 Maciej Lesiewicz


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