Italpetroli-Unicredit: c’è l’accordo

di Redazione Commenta


Se Rosella Sensi non tornerà indietro nelle prossime quarantott’ore, la Roma avrà un nuovo padrone: la banca. Secondo il Corriere dello Sport è stato trovato l’accordo tra Unicredit e Italpetroli:

C’è l’accordo. E’ pronto, preparato e scritto dagli avvocati. Diciassette anni di storia sportiva potrebbero finire lunedì a mezzogiorno, davanti al conciliatore Cesare Ruperto, quando è attesa la firma delle carte che stabiliscono l’intesa “ amichevole” e la conseguente cessione della società di calcio. La banca poi cercherebbe di gestire il periodo di transizione in attesa di un nuovo proprietario.
DETTAGLI – La giornata è stata frenetica. Gli avvocati si sono incontrati intorno alle 16.30 nello studio di Francesco Carbonetti, che lavora per conto di Unicredit, nel quartiere Parioli. Erano presenti l’altro avvocato della banca, Di Gravio, e i legali di Italpetroli, la società che controlla la Roma e che deve rientrare del debito di 325 milioni: gli avvocati Gambino e Conte. Dopo un paio di ore di riunione, è stata stilata una bozza di accordo. Unicredit entrerebbe in possesso di quasi tutti i beni di Italpetroli, Roma compresa, dichiarando di non avere più nulla a pretendere dalla famiglia Sensi, che a quanto pare vedrebbe azzerato anche il debito di circa 80 milioni con il Monte dei Paschi. I Sensi conserverebbero Villa Pacelli, la residenza familiare, e altre proprietà immobiliari per un valore complessivo di circa 25- 30 milioni. Sembra sia stato decisivo il parere dell’avvocato Gambino, che ha sconsigliato a Rosella Sensi il ricorso all’arbitrato: i rischi per il patrimonio, alla fine di un contenzioso lungo e snervante, sarebbero enormi.
ATTIVITA’ – Le riunioni legali comunque potrebbero non essere finite. Al di là delle parole pubbliche degli avvocati all’uscita dello studio («Il nostro lavoro è finito, ora devono intervenire la famiglia Sensi e Unicredit. Se ci sarà accordo, sarà firmato direttamente lunedì») , i contatti continueranno anche nel weekend. Per limare, tagliare o aggiungere qualche punto dell’intesa. Ma la sostanza è fatta. Può essere soltanto Rosella Sensi a tornare indietro e a non firmare, preferendo lo scontro muro contro muro. Da ambienti vicini alla banca, però, garantiscono che questo non accadrà. E che la presidentessa sia pronta a convocare i suoi dirigenti, in particolare Pradè e Montali, per annunciare l’imminente uscita di scena.
FUTURO – Dirigenti e dipendenti della Roma intanto aspettano con ansia di sapere la verità. Fino a ieri sera nessuno era stato informato di nulla. Anzi, dalla proprietà filtrava il solito messaggio: «Pensate a lavorare e state tranquilli. Lotteremo fino alla fine». Invece è quasi certo, sempre in caso di ratifica del l’accordo, che Rosella Sensi non resti alla Roma. Non è interessata a ricoprire cariche rappresentative senza poteri decisionali. Il paradosso è che nemmeno Unicredit intende mantenere il controllo diretto della società di calcio. La banca dovrebbe affidare a un advisor il mandato a vendere la Roma, che in base alla sua quotazione in Borsa ( ieri il titolo è salito senza squilli: + 0,56%) è stata valutata 120 milioni.


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