Milano Finanza: I sindaci Italpetroli nel mirino di Unicredit

di Redazione Commenta


 L’articolo di Milano Finanza:

Milano Finanza – Dopo settimane di silenzio, dopo i gol di Mirko Vucinic, con una squadra al secondo posto nel campionato di Serie A, si torna a parlare delle vicende societarie legate alla As Roma e a Italpetroli, la holding della famiglia Sensi, controllata al 49% da Unicredit. L’assemblea di ieri doveva servire a fare luce su alcuni rilievi avanzati dal collegio dei sindaci e dalla società di revisione PricewaterhouseCoopers in materia di continuità aziendale. Il bilancio 2008 era stato approvato con una perdita di 33 milioni riportata a nuovo, spostata cioè sull’anno successivo. Il via libera dei revisori al bilancio era stato condizionato al piano di dismissione di asset di Italpetroli, ma il piano finora è stato disatteso. Inoltre Unicredit aveva chiesto a sindaci e revisori di giustificare la firma sul bilancio avvenuta dopo la richiesta inoltrata dalla stessa banca di Piazza Cordusio di annullare del piano di ristrutturazione del debito di Italpetroli per via del mancato pagamento di due tranche.
Ieri Rosella Sensi, numero uno della holding, affiancata dal professor Agostino Gambino, ha risposto alle contestazioni sottolineando che per il pagamento del debito e per il piano di dismissioni, la holding sta procedendo come previsto. Una difesa che adesso dovrà essere messa al vaglio di sindaci e revisori. «Ci incontreremo nei prossimi giorni», spiegano a MF-Milano Finanza alcune fonti vicine al collegio sindacale, «e metteremo in una relazione quello che è venuto fuori in assemblea, ma soprattutto risponderemo ai rilievi mossi sul nostro operato da parte di Unicredit. Siamo fiduciosi di poter trovare un accordo con la banca». Il problema è capire su quali basi Unicredit potrebbe accettare un’ intesa con Italpetroli.
Le vie per uscire da questa situazione per la banca, che vanta un credito ormai vicino ai 400 milioni di euro, sono due. La prima passa per una possibile ricapitalizzazione, operazione a cui Unicredit non si sottrarrebbe, la seconda è invece legata all’asset di maggior valore di Italpetroli: la As Roma. Dismettere immediatamente la società giallorossa, che tra l’altro negli ultimi mesi ha visto crescere il proprio valore, potrebbe risolvere molti dei problemi finanziari della holding di casa Sensi, andando a coprire parte delle perdite. Nessuna linea morbida, dunque. E proprio per dimostrare che non esiste possibilità di «inciucio», Unicredit è pronta a passare alle vie di fatto. I legali della banca stanno infatti valutando una denuncia (ex art. 2409 del codice civile) nei confronti del collegio dei sindaci avanzando un’azione di responsabilità. «Se c’è fondato sospetto che gli amministratori», recita l’articolo, «in violazione dei loro doveri, abbiano compiuto gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società o a una o più società controllate, i soci che rappresentano il decimo del capitale sociale possono denunziare i fatti al tribunale». In questo modo Unicredit intende chiedere ragione ai sindaci su come hanno svolto il lavoro di controllo nei confronti degli amministratori di Italpetroli.
Dopo settimane di silenzio, dopo i gol di Mirko Vucinic, con una squadra al secondo posto nel campionato di Serie A, si torna a parlare delle vicende societarie legate alla As Roma e a Italpetroli, la holding della famiglia Sensi, controllata al 49% da Unicredit. L’assemblea di ieri doveva servire a fare luce su alcuni rilievi avanzati dal collegio dei sindaci e dalla società di revisione PricewaterhouseCoopers in materia di continuità aziendale. Il bilancio 2008 era stato approvato con una perdita di 33 milioni riportata a nuovo, spostata cioè sull’anno successivo. Il via libera dei revisori al bilancio era stato condizionato al piano di dismissione di asset di Italpetroli, ma il piano finora è stato disatteso. Inoltre Unicredit aveva chiesto a sindaci e revisori di giustificare la firma sul bilancio avvenuta dopo la richiesta inoltrata dalla stessa banca di Piazza Cordusio di annullare del piano di ristrutturazione del debito di Italpetroli per via del mancato pagamento di due tranche.
Ieri Rosella Sensi, numero uno della holding, affiancata dal professor Agostino Gambino, ha risposto alle contestazioni sottolineando che per il pagamento del debito e per il piano di dismissioni, la holding sta procedendo come previsto. Una difesa che adesso dovrà essere messa al vaglio di sindaci e revisori. «Ci incontreremo nei prossimi giorni», spiegano a MF-Milano Finanza alcune fonti vicine al collegio sindacale, «e metteremo in una relazione quello che è venuto fuori in assemblea, ma soprattutto risponderemo ai rilievi mossi sul nostro operato da parte di Unicredit. Siamo fiduciosi di poter trovare un accordo con la banca». Il problema è capire su quali basi Unicredit potrebbe accettare un’ intesa con Italpetroli.
Le vie per uscire da questa situazione per la banca, che vanta un credito ormai vicino ai 400 milioni di euro, sono due. La prima passa per una possibile ricapitalizzazione, operazione a cui Unicredit non si sottrarrebbe, la seconda è invece legata all’asset di maggior valore di Italpetroli: la As Roma. Dismettere immediatamente la società giallorossa, che tra l’altro negli ultimi mesi ha visto crescere il proprio valore, potrebbe risolvere molti dei problemi finanziari della holding di casa Sensi, andando a coprire parte delle perdite. Nessuna linea morbida, dunque. E proprio per dimostrare che non esiste possibilità di «inciucio», Unicredit è pronta a passare alle vie di fatto. I legali della banca stanno infatti valutando una denuncia (ex art. 2409 del codice civile) nei confronti del collegio dei sindaci avanzando un’azione di responsabilità. «Se c’è fondato sospetto che gli amministratori», recita l’articolo, «in violazione dei loro doveri, abbiano compiuto gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società o a una o più società controllate, i soci che rappresentano il decimo del capitale sociale possono denunziare i fatti al tribunale». In questo modo Unicredit intende chiedere ragione ai sindaci su come hanno svolto il lavoro di controllo nei confronti degli amministratori di Italpetroli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>