Italia Oggi: Unicredit-Italpetroli, è scontro. L’Istituto valuta denuncia ai sindaci

di Redazione Commenta


 Da Italia Oggi:

Riprende la battaglia tra Unicredit e Italpetroli, la holding della famiglia Sensi che controlla la As Roma. L’assemblea di martedì doveva servire a fare luce su alcuni rilievi avanzati dal collegio dei sindaci e dalla società di revisione PricewaterhouseCoopers in materia di continuità aziendale. Il bilancio 2008 era stato approvato con una perdita di 33 milioni riportata a nuovo, spostata cioè all’anno successivo. Il via libera dei revisori al bilancio era stato condizionato al piano di dismissioni di asset di Italpetroli, ma il piano finora è stato disatteso. Inoltre Unicredit aveva chiesto a sindaci e revisori di giustificare la firma sul bilancio avvenuta dopo la richiesta inoltrata dalla stessa banca di piazza Cordusio di annullare il piano di ristrutturazione del debito di Italpetroli per via del mancato pagamento di due tranche. Martedì Rosella Sensi, numero uno della holding, affiancata dal professor Agostino Gambino, ha risposto alle contestazioni, sottolineando che per il pagamento del debito e per il piano di dismissioni, la holding sta procedendo come previsto. Lo scontro è stato soprattutto quando la Sensi ha accusato Unicredit di “anatocismo”, di calcolare cioè gli interessi sugli interessi. In base alle accuse, il debito da 325 milioni sarebbe lievitato di circa 70-80 milioni per questo meccanismo sugli interessi. Lo scontro adesso dovrà essere risolto dal collegio dei sindaci. Ma le vie d’uscita in questa vicenda per Unicredit possono essere solo due. La prima passa per una possibile ricapitalizzazione, operazione a cui Unicredit non si sottrarrebbe; la seconda è invece legata all’asset di maggior valore di Italpetroli: la As Roma. Dismettere immediatamente la società giallorossa, che tra l’altro negli ultimi mesi ha visto crescere il proprio valore, potrebbe risolvere molti dei problemi finanziari della holding di casa Sensi, andando a coprire parte delle perdite. Nessuna linea morbida, dunque. Proprio per dimostrare che non esiste possibilità di “inciucio”, Unicredit è pronta a passare alle vie di fatto. I legali della banca stanno infatti valutando una denuncia (ex art. 2409 del codice civile) nei confronti del collegio dei sindaci, avanzando un’azione di responsabilità.


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