Ranieri: “Lo stile Barcellona non è applicabile. Il contratto? Non ammetto clausole”

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 Le anticipazioni di Rivista Romanista in edicola domani con l’intervista a Ranieri:

Ho sbagliato anche io: perché quando un allenatore si rende conto che qualcosa non funziona deve lavorare di più sulle teste dei suoi giocatori, io evidentemente non l’ho fatto abbastanza“: l’autocritica di Claudio Ranieri è uno degli elementi più importanti dell’intervista esclusiva concessa a Rivista Romanista, in edicola da domani, venerdì 19 novembre. L’allenatore della Roma respinge i suoi detrattori: “Hanno detto che ero bollito, ma ho ragione io. Ho cercato di sistemare la squadra sugli avversari perché vedevo che le cose non funzionavano come l’anno scorso. Ora va meglio e si vede“. Sul gioco: “Io sogno di giocare come il Barcellona, ma è impossibile e me l’ha confermato anche Guardiola: Claudio, io posso giocare così solo a Barcellona, perché qui ce l’hanno tutti nel dna, ad esportarlo avrei problemi anch’io“. Sugli obiettivi: “Se l’Inter si concentra sulla Champions League ci fa un gran piacere…“. E sul contratto: ”Io non ho mai chiesto il rinnovo, ma se n’era parlato. Firmare con una clausola che consenta al nuovo proprietario di liberarsi di me non m’interessa. Meglio allora restare liberi. Tanto io una squadra la trovo“.
All’interno della rivista anche la clamorosa confessione di un graduato della Polizia che ha chiesto di mantenere l’anonimato: “Vi racconto l’inferno della Polizia visto da dentro”. Tra le accuse: “Della sicurezza del cittadino o del tifoso non interessa niente a nessuno. Qui ognuno pensa alla sua carriera. E la gestione dell’ordine pubblico è isterica, come nel caso Gugliotta. Confido nel nuovo questore, se vuole può cambiare la situazione. Ma non sono ottimista: ci sono troppe complicità ad ogni livello e cambiare non conviene a nessuno. Alle società, ai politici, ai poliziotti, ai tifosi”.
Nella rivista anche l’intervista al direttore del Corriere dello Sport Alessandro Vocalelli: “Il mio giornale deve fare cronaca, non storia. Su Calciopoli si stanno confermando tutte le nostre anticipazioni. Nel giornale convivono diverse anime, anche nel modo di trattare la Roma”.
Secondo il presidente del Grosseto, Piero Camilli, romanista doc, l’avvento di un magnate estero, interessato a rilevare la Roma, potrebbe essere bloccato da qualche personaggio del calcio italiano: “Berlusconi e Moratti non vogliono che la Roma diventi definitivamente una grande realtà del pallone. Successe già ai tempi dei russi della Nafta Mosca, quando ad un certo punto fu misteriosamente bloccata la trattativa. Soros, invece, fu
respinto dai Sensi e quello fu un errore. Speriamo che prima o poi questo stato di cose cambi. Pinilla? Ho fatto di tutto per farlo arrivare a Trigoria, ho chiamato più volte per proporre l’affare, invece non ne hanno
voluto sapere nulla. Parlai con Pradè. Gli dissi queste parole: “Daniele, prendete Pinilla. Non c’è problema per i soldi: me lo pagate senza fretta”. E lui: “Ti ringrazio, Piero, ma mi posso presentare a Roma con Pinilla?”.


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