Fulham F.C. 1879: la più antica squadra di Londra

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Abituati agli avamposti capitolini dal nome spartano e fascinoso – Tuscolana, Testaccio, Ostiense e così via fino a richiamare ciascuno dei 35 rioni che insistono nella Capitale – occorre intraprendere un viaggio tanto lungo – in miglia Roma è distante 1147.9 (ci fidiamo di mappy.it e lasciamo ai vogliosi la trasposizione in chilometri) – per giungere in un angolo della fumosa Londra, dal nome tanto formale e lungo che da solo è un viaggio a parte, e che dà i nativi ai prossimi avversari di De Rossi e compagni.
London Borough of Hammersmith and Fulham
, ovvero il quartiere londinese che presta il nome alla più antica squadra di calcio formatasi nei pressi della città di Londra. Il Fulham Football Club.
LE ORIGINI. Fondato nel 1879
da un gruppo di fedeli alla Chiesa d’Inghilterra, il club vanta una Storia fascinosa e un trascorso ricco di amarezze e soddisfazioni. Altalena tra quarta serie e Premier League nel corso dei decenni a cavallo tra lo scorso secolo e l’attuale, la società ha sempre difeso e tutelato il nazionalismo tanto dal punto di vista societario e strutturale quanto per la volontà di puntare su calciatori della madrepatria.
I SUCCESSI.
Fino a che, inutile accennarlo, la dimensione e le ambizioni del club sono state quelle di una società di basso profilo. Con le vittorie, infatti, sono arrivate a snodarsi trame che si conoscono a menadito: obiettivi importanti, necessità di una rosa degna degli stessi, un occhio e mezzo ai bilanci che cominciavano a non quadrare. Da qui in avanti, è altra storia. In cui l’Inghilterra non è più riferimento socio-economico ma punto fermo della sola geografia spaziale. Storia nuova nella quale entra a pieno diritto il capitalismo e l’arpione arabo che divora i confini a palate di milioni.


1997.
A ridosso del 2000, anche nell’incantevole sobborgo inglese di Fulham il calcio già non era poco più un gioco da scapoli e ammogliati ma un vero e proprio business. Che ha cominciato a fare rima con i bigliettoni verdi del magnate Mohamed Al-Fayed. Quello della catena di negozi Harrods. Era il 1997, anno che gli sportivi londinesi ricordano per l’acquisizone del Fulham da parte dell’imprenditore egiziano ma che coincide con una seconda memoria, cara al Mondo intero, poichè fu la sventurata annata in cui Diana Spencer perse la vita in seguito a un incidente d’auto. Con lei si spense anche il suo amante. Dodi Al Fayed, figlio di cotanto padre.
PREMIER LEAGUE.
Messe nel cuore le note di “Candle in the wind” (to Lady Diana, by Elton Jhon), l’avventura può partire. Con la Presidenza Al Fayed inizia la scalata del Fulham che, neanche fosse un’azione a guadagno garantito, comincia a risalire di categoria anno dopo anno. Dalla Third Division (1997) alla Second Division (1998-1999). Dalla First Division (1999-2001) alla Premier League (dal 2001 a oggi). I primi anni sono i più difficili: quelli della ricerca di una tranquillità che consenta al club di trasformare l’anonimato in qualcosa di più. Si lotta per non retrocedere e la favola porta in ciascuno degli anni seguenti un lieto fine: nove stagioni nel corso delle quali il pubblico di casa ha gioito e temuto, sofferto e messo in cascina soddisfazioni irripetibili. La permanenza in Premier, le qualificazioni europee sfiorate, l’accesso in Europa League. Storia recente.
POPOLAZIONE E TIFO. Hammersmith and Fulham
(un’Olimpiade alle spalle, la quarta, 1908) ha una popolazione che sfiora le 180 mila unità dislocate su un territorio che non supera i 17 chilometri quadrati. Integrazione e accoglienza sono concetti a cui ci si è adattati molto presto e con il tempo e le crescenti immigrazioni, la percentuale di britannici residenti nel distretto londinese si è affievolita visibilmente: sfiora oggi il 60 per cento, contro un incremento sensibile di afro-caraibici e asiatici. La trafila che è stata riservata alla maggior parte dei centri abitai è toccata anche al quartiere londinese: città inizialmente operaia, sobborgo di famiglie dignitose e modeste, lo sviluppo (e scelte politoco-economiche discutibili lì come altrove) ne hanno modificato in maniera radicale gli assetti strutturali e il contesto sociale. Le industrie sono sparite a vista d’occhio: al loro posto, grandi earee e agglomerati per il commercio, via libera agli affari creditizi, uffici di ogni tipologia e colate di cemento (è in discussione una revisione del piano regolatore per favorire ulteriormente l’espansione commerciale). Ne è scaturita una popolazione differente: non più proletari e operai ma impiegati, uomini d’affari, emigrati a causa del lavoro. Anche in Hammersmith and Fulham si è insediato un ceto medio borghese che somiglia tanto alle nostre popolazioni. Con la globalizzazione, è accaduto che uomini e località si somiglino sempre più. E allora Fulham non ha caratteristiche tanto differenti (eccezion fatta per i monumenti regalati dalla Storia, vedi il Fulham Palace che fu la residenza del Vescovo di Londra e oggi è un museo) da quel che capita di vedere ogni mattina nelle nostre città. Tifo caldo e rumoroso, quello del Fulham, che vive le caratteristiche tipiche delle tifoserie inglesi: vicinanza ai calciatori, passione viscerale e scevra degli eccessi tipici del trasporto italiano. Il calcio lo si vive in occasione della gara e lo si respira in settimana come ingrediente che va ad arricchire una vita che vira verso tutt’altre direzioni.
LO STADIO. La squadra gioca al Craven Cottage, uno dei dieci stadi più belli al mondo (classifica Times) e situato in prossimità di Bishops Park, sulle rive del Tamigi. Può ospitare fino a 24.500 posti e ha sfornato uno dei due soprannomi con cui vengono appellati i calciatori del Fulham: Cottagers. L’altro è Bedgers, dal nome della mascotte “Billy the badger” (Billy il tasso) voluta quale elemento identificativo del club dai suoi stessi tifosi attraverso un concorso online.
LA ROSA. Alla corte di una vecchia conoscenza del calcio italiano quale è Roy Hodgosn (ex tecnico dell’Inter dal 1995 al 1997 e nel 1999), ci sono attualmente 32 calciatori che, più o meno noti al pubblico italiano sia per fama che per trascorsi nelle categorie nostrane, stanno oscillando in Premier League tra colonna di destra e di sinistra della graduatoria, attestandosi in una collocazione mediana. Otto partite giocate, dieci punti all’attivo. Tre vittorie (contro Portsmouth, Everton e Hull City), un pareggio e quattro sconfitte (contro Chelsea, Aston Villa, Wolverhampton e Arsenal) ma l’ultima prestazione casalinga è di quelle da morale alle stelle: lunedì 19 ottobre, infatti, Riise e compagni si sono sbarazzati dell’Hull City grazie alle marcature – una per tempo – di Zamora (43′) e Kamara (19′ st). Ovvero, due dei calciatori più rappresentativi del Fulham che ha in rosa talenti in erba e uomini d’esperienza: da Schwarzer a Pantsil, da Hughes a Konchesky, da Dempsey a Nevland. Il modulo utilizzato da Hodgson è un classico 4-4-2 che, all’occorrenza, riesce a trasformarsi in un 4-3-3 per l’ecletticità e la capacità offensiva di Clint Dempsey e Damien Duff.
RIISE E KAMARA. Una sfida tutta in famiglia, quella che vede contrapposti i due norvegesi di casa Riise. John Arne milita nella Roma, Bjorn Helge nel Fulham. Il fratello del rosso romanista di mestiere fa il centrocampista ed è fisicamente meno prestante del giallorosso: 178 cm di altezza per 75 chili, gioca col numero 17 e tra le doti maggiori annoveriamo la rapidità. Non sempre titolare, il Riise del Fulham cui, anzi, capita frequentemente di disputare scampoli di gara nella ripresa. Per velocizzare la manovra o far rifiatare i compagni. Discorso a parte lo merita una vecchia conoscenza del calcio italiano, Diomansy Mehdi Kamara. Classe 1980, il senegalese vanta trascorsi nelle fila del Catanzaro (dal 1999 al 2001, 34 gare e 9 reti) e del Modena (dal 2001 al 2005, 81 presenze e 14 marcature).
EUROPA LEAGUE. Roma e Fulham sono state inserite nel girone E di questa prima fase di competizione europea insieme a Basilea e Cska Sofia. Sono proprio gli inglesi a guidare la classifica grazie ai quattro punti guadagnati nelle gare contro Cska Sofia (pareggio esterno, rete inglese di Kamara al 20′ st) e Basilea (vittoria casalinga, marcatura di Murphy al 12′ della ripresa). Una vittoria contro la Roma consentirebbe agli uomini di Hodgson di tentare la prima fuga e mettere una buona ipoteca sul passaggio del turno.
ANTEPRIMA FORMAZIONE. Le indiscrezioni da Londra dicono che in occasione della gara di giovedì contro la Roma, nella compagine inglese dovrebbe partire titolare in attacco il tandem Zamora-Kamara. Andy Johnson è ancora fuori per infortunio, stessa sorte per  Simon Davies e Capitan Danny Murphy. Per il resto, possibile conferma dell’undici che ha avuto la meglio sull’Hull City nell’ultimo Monday Night.

A. Bavaro


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