De Rossi, Nazionale, Polizia: è caos

 Dalla Gazzetta dello Sport

L’«indignazione» del capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha partorito un ordine tagliente: tutti a casa. Un ordine che è una sorta di avviso ai naviganti del calcio italiano: chi sperava che il caso De Rossi – cioè la sua critica all’introduzione della tessera del tifoso e la virtuale equiparazione fra teppismo ed eccessi delle forze dell’ordine – fosse chiuso con le scuse del centrocampista azzurro, si è sbagliato. Il Ministero dell’Interno vuole sradicare qualsiasi ritrosia del nostro pallone all’introduzione delle nuove norme per le frequentazioni degli stadi e così, per capire meglio i contorni del problema, già mercoledì sera ha richiamato a Roma dal Sestriere il capo della sicurezza della Nazionale, Roberto Massucci, e i suoi collaboratori Nazareno Minniti e Alfredo Matteucci, che già ieri hanno avuto un vertice al Viminale. Sicurezza garantita. Premessa d’obbligo: la comitiva azzurra continua ad avere tutte le condizioni di sicurezza consuete, garantite dalla Questura di Torino, il comando dei Carabinieri e anche reparti di alpini. Il messaggio di Manganelli, infatti, è squisitamente politico. Una sorta di ritiro degli ambasciatori per far capire al mondo del calcio – a partire da quello di vertice rappresentato dalla Nazionale – che non si accetteranno passi indietro, nonostante i mugugni non manchino (vedi Zamparini).

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