Bologna-Roma, Ugo Bassi e la Torre di Maratona a vigilare sui felsinei di Colomba

 Bologna, la vecchia signora dai fianchi un po’ molli e col culo sui colli (direbbe Guccini). Il cui recente passato calcistico è un intercedere lento verso obiettivi ridimensionati, diremmo noi. Cambia per non cambiare mai, Bologna la “rossa”. Tradizione e modernità, eccellenza e abbondanza, associazionismo e culla della partigianeria. Fino alle recenti vicissitudini amministrative (caso Delbono) che sono francamente nuove a una città perbene. Croce rossa in campo bianco: lo stemma comunale contiene i due colori che riassumono – da soli – la storia politica italiana del secondo dopoguerra e, simbolicamente, ricordano i trascorsi istituzionali del capoluogo emiliano. Nel quale per decenni ha governato la sinistra in assoluta maggioranza. Poi, agli albori del 2000, il centro destra di Guazzaloca. Una parentesi scivolata via con Cofferati.
BOLOGNA LA DOTTA, LA GRASSA. 38 chilometri di portici nascondono all’interno tonnellate di cultura e arte da farci esclusive enciclopedie. Basterebbe scostare l’ipotetico uscio per trovarci un tesoro inestimabile: da una parte Piazza Maggiore e dall’altra la basilica di San Petronio; a destra la chiesa di San Domenico e a sinistra piazza santo Stefano; di qua la cattedrale di San Pietro e di là le torri gentilizie. A infarcire bellezze che vale la pena farci un week end lungo, la più antica università del mondo occidentale con anno convenzionale di fondazione fissato nel 1088. Bologna la dotta. Direbbero anche questo, della città, che ospita 90.000 studenti e 23 facoltà. Un approdo irrinunciabile per cittadini di ogni razza e provenienza che ne hanno inevitabilmente determinato anche l’altro dei due appellativi che avvolgono Bologna in un manto di modi di dire. La grassa. Laddove l’opulenza di una gastronomia ricca e variegata ha accresciuto, anno dopo anno, migrazione su migrazione, la già celebre tradizione culinaria. Tramandata nei secoli, dal Medioevo. Carne e pasta all’uovo. Salumi, ragù e il fascino del tortellino che, uno alla volta, se lo metti in bocca ti stai mangiando – racconta la leggenda – l’ombelico di Venere.

Di Vaio: “Bologna-Roma: lottiamo entrambe per uno scudetto”

 Marco Di Vaio, ex laziale in rosa nel Bologna che lotta per non retrocedere. Batserebbero i due dati appena enunciati (Lazio, retrocessione) per capire che per il bomber felsineo potrebbe non essere una gara come le altre. Il bomber rossoblu ha parlato sul sito ufficiale della squadra emiliana in previsione della partita di mercoledì. Sfida scudetto per i giallorossi, obiettivo retrocessione per il Bologna. Ovvero, in fin dei conti scudetto pure quello.
CONDIZIONE FISICA.Tornavo ieri dopo un mese: sensazioni positive per quanto riguarda la gamba, ma c’è ancora da migliorare la condizione. Devo allenarmi e giocare. Non penso di aver ancora i novanta minuti: bisogna avere accortezza, ci arriverò gradualmente; lavoro con la squadra da una settimana, sono andati in crescendo, ho anche giocato venticinque minuti di partita, ma vengo da un mese di stop e non va sottovalutato”.

Marino: “Pizarro sta alla Roma come D’Agostino all’Udinese”

 Pasquale Marino in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Udinese.
GIALLOROSSI.Il 28 ottobre 2009, 18 partite fa, siamo stati gli ultimi a battere la Roma. Andiamo ad affrontare un avversario in grande condizione e in lotta per lo scudetto. Pagheranno diverse assenze, dovremo essere bravi a sfruttarle ma le loro alternative sono giocatori che farebbero i titolari nella maggior parte delle squadre di Serie A. Sanno essere pericolosi e dispongono di qualità in tutti i reparti; Ranieri è un grande allenatore, capace di esaltare i pregi dei singoli. La squalifica di Pizarro peserà per loro tanto quanto l’infortunio di D’Agostino per noi”.

Mourinho-Balotelli: tutti i retroscena della lite (irreparabile?)

 Josè Mourinho non ha convocato Mario Balotelli per la delicatissima sfida – dentro o fuori – di Champions League tra Chelsea e Inter. Il motivo è un mistero anche per il fatto che Balotelli, di problemi fisici, non ne ha più. Allora, scatenati i cronisti, sono venute a galla diverse indiscrezioni. Alla base della scelta del tecnico nerazzurro, ci sarebbe unalite furibonda scoppiata tra i due domenica mattina: dopo un rimprovero di Mourinho e una risposta poco ortodossa di Balotelli, i due avrebbero rischiato lo scontro fisico.

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