La seconda vita di Brighi

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 Dal Romanista:

Alla fine gli Stati Uniti sono diventati Stoccolma. Voleva andare lontano, Matteo Brighi, ma poi ha preferito non lasciare l’Europa. Natale con i tuoi, si dice. E così sarà: il centrocampista giallorosso trascorrerà le feste nella sua casa di Rimini con i genitori e i fratelli, mentre in questi giorni si sta rilassando con gli amici nel freddo della capitale svedese. Non è la prima volta che il centrocampista giallorosso preferisce le città ai luoghi esotici di vacanza: un paio d’anni fa andò a Berlino e ne fu conquistato. Adesso è a Stoccolma che, dicono, gli piaccia moltissimo. L’umore con cui Matteo si è imbarcato per il Nord Europa è buono, anzi ottimo. Perché Brighi, a inizio stagione, si sentiva un po’ accantonato. Con l’arrivo di Simplicio, e la permanenza – scontata – di De Rossi e Pizarro, pensava che il suo ruolo venisse ridimensionato. L’esplosione di Greco poi era stata un’ulteriore mazzata: nulla di personale nei confronti del ragazzo (anzi, Leandro è amatissimo dallo spogliatoio), ma la presenza di un quinto centrocampista riduceva le possibilità di giocare. E invece no: Ranieri ci ha parlato, gli ha spiegato che, nonostante le offerte ricevute, in estate ha deciso di trattenerlo perché puntava – e punta tuttora – su di lui. E i fatti gli stanno dando ragione. Eccoli: in diciassette giornate, Brighi è stato impiegato quindici volte. Non è mai andato in tribuna e le uniche volte in cui è rimasto in panchina, a Cagliari e Palermo, non è arrivato alcun punto.


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