Brescia-Roma, l’avversaria: Diamanti – Eder – Caracciolo. Rondinelle senza timore

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 Il trade union – qualora volessimo trovarne uno – è senza dubbio Carletto Mazzone, anima capitolina prestata – dal 2000 al 2003 – alla società bresciana. Più di Gigi Di Biagio, più di Fabio Petruzzi. Non tanto per l’incapacità di questi ultimi di farsi ricordare in maniera positiva da dirigenza e tifoseria lombarda quanto per la virtù – tutta tipica del Magara – di giungere, incidere, lasciare un ricordo indelebile. Tuttavia, nella circostanza, lo spazio riservato ai ricordi lascia il tempo che trova: perchè la Roma ha necessità di tornare la macchina da punti di qualche mese fa ma anche per il fatto che il Brescia – dopo la sconfitta dell’esordio, la vittoria casalinga alla 2a di campionato e quella esterna di domenica – intende dare seguito all’incitamento di patron Luigi Corioni, secondo cui: “Dopo aver allestito una rosa simile, ci tocca qualcosa in più che la salvezza. Diamanti? Forte come Baggio, se non di più”. Tra le Rondinelle e i giallorossi è la 45a sfida: nelle 44 occasioni precedenti, la Roma ha maturato 22 successi (6 fuori casa) a fronte di 9 vittorie bresciane (di cui otto al Rigamonti) e 13 pareggi (8 a Brescia, 5 a Roma). Lo score casalingo di Caracciolo e compagni, dunque, ribalta le statistiche complessive che – solo quelle – danno in evidente vantaggio la Roma: alle premesse suggerite dai numeri, inoltre, occorre contestualizzare il match. Non solo analizzando la crisi che ha avviluppato lo spogliatoio capitolino (a secco di vittorie in campionato), non solo richiamando le pesanti assenze cui deve raportarsi Claudio Ranieri (mancheranno, tra gli altri, Francesco Totti e daniele De Rossi) ma anche per il felice momento degli uomini di Giuseppe Iachini. Per la Roma si prevede una trasferta complicata, soprattutto alla luce dell’ottimo rendimento espresso nelle ultime giornate dalla Leonessa, reduce dal successo esterno in casa di un Chievo che sembrava lanciatissimo dopo le prime due uscite. A decidere l’incontro, nella circostanza, è stato Alessandro Diamanti, nuovo idolo dei sostenitori biancoblu. Dicono di lui. Iachini: “Diamanti è un fenomeno, attualmente non va oltre il trenta per cento“. Corioni: “Figuriamoci che Diamanti vedremo quando i test ci garantiranno che è al cento per cento della condizione“. L’entusiasmo in città è alle stelle, nonostante il numero degli abbonati (poche migliaia) non rispecchi fedelmente la passione che aleggia intorno alla squadra: ha contribuito, in tal senso, la Tessera del Tifoso (freno a mano conseguenziale tirato dalle tifoserie di tutta Italia) che non ha lasciato insensibile una tifoseria da sempre sensibile alle vicende correlate al mondo ultras.

Archiviato il basso profilo – ci ha pensato cotanto Presidente “al più presto la quota salvezza, poi il resto” – la palla è passata a Iachini, il cui compito è stato quello di garantire continuità di gioco e risultati a una squadra presa in mano in cadetteria e condotta nella massima serie dopo essere passata per i play off di categoria. Qualche ritocco, aveva detto in estate Corioni. Ma se torna d’uopo che l’occasione fa l’uomo ladro è anche perchè l’espressione – ogni volta che se ne presenti occasione – non viene smentita: l’opportunità di accaparrarsi Eder, uno degli attaccanti più prolifici di B? Preso. L’occasione di inserire in rosa un estremo più che affidabile, quale è Sereni? Annunciato. Si libera Zebina? Arriva. Diamanti? Ciliegina inattesa. Sono i presupposti per i quali, nel capoluogo lombardo, è tornato a prendere piede uno spirito non più visto dai tempi di Roby Baggio. Ad agosto certi risultati parevano impensabili ma gli ultimi colpi di mercato hanno regalato la consapevolezza che mancava. In sequenza: Diamanti, Eder, Sereni e Zebina. La conferma dei pezzi pregiati (Bega, Caracciolo, Martinez). Un salto in avanti che può voler dire sognare in grande. Tradotto, pensierino all’Europa Legue. Aveva solo bisogno di tempo, Iachini: a conti fatti, neppure troppo se è vero – come lo è – che, messa in archivio la sconfitta del Tardini (1a giornata) maturata dopo una prova in ogni caso dignitosa, sono arrivate due vittorie in sequenza. Figlie di virtù ta loro diffferenti ma complementari: si è passati dall’intraprendenza della sfida casalinga contro il Palermo (in cui l’attacco ha sopperito alle leggerezze della retroguardia) al cinismo della sfida di Verona contro il Chievo (dove, stavlta, è la retroguardia a legittimare l’efficacia dell’attacco). La classifica dice secondo posto provvisorio (6 punti, a una lunghezza da Inter e Cesena), quattro i gol fatti (3 al Rigamonti), 4 quelli subiti (2 in casa). Una marcatura a testa per Caracciolo, Dallamano, Diamanti ed Eder; l’ottimo rendimento delle punte in un modulo – il 4-3-1-2 – che esalta due attaccanti ben assemblati quali sono l’Airone e l’ex empolese. In occasione dell’incontro di domani, la gradinata bassa del “Rigamonti” è già esaurita ed è facile prevedere uno stadio gremito nella quasi totalità dei posti disponibili. Per la formazione da mettere in campo, Beppe Iachini – nonostante le assenze di Zebina e Mareco e gli acciacchi di Vass, Zoboli e Zambelli – non rinuncia allo schema collaudato. Difesa confermata in toto rispetto all’ultima gara mentre sulla mediana agiranno Cordova, Baiocco e Hetemaj. Diamanti alle spalle di Eder e Caracciolo, in quel di Brescia, è ormai elemento tanto sopraffino quanto lo sono  i casoncelli fatti in casa.
Brescia-Roma, mercoledì 22 settembre ore 20.45. Probabile formazione Brescia:
BRESCIA (4-3-1-2): Sereni; Berardi, Bega, Martinez, Dallamano; Hetemaj, Cordova, Baiocco; Diamanti; Eder, Caracciolo. A disposizione: Arcari, Daprelà, De Maio, Budel, Filippini, Possanzini, Taddei. All. Iachini. Indisponibili: Mareco, Zoboli, Zambelli, Zebina, Vass. Squalificati: Nessuno


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