Totti sta a Vodafone come Vucinic sta a… 3

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 Da La Gazzetta dello Sport:

Sette giorni e quattro punti all’Inter, il Milan faccia quello che crede. L’Olimpico, che segue via display la contemporanea del sabato sera, non ha altro per la testa. La Roma dimezzata dalle squalifiche scaccia il sortilegio delle rimonte in una notte quasi magica. Con l’Udinese dal 2-0 al 2-2 (con i fantasmi di quelle subite a Cagliari, Napoli e Livorno) e poi al 4-2 conclusivo con la primatripletta in giallorosso di Vucinic, il quarto gol in sette partite di Toni e la standing ovation per il sempre corrucciato Menez. La doppietta di Di Natale completa la serata buona anche per Marcello Lippi. Due rigori, uno a testa e c’erano — bravo Pierpaoli—, sterilizza anche ogni ipotesi di veleni arbitrali nella coda. La chiave Divertimento assicurato, quando c’è di mezzo l’Udinese, attacco di piedi buoni e difesa colabrodo.

Roma senza De Rossi, Pizarro, Taddei, Mexes squalificati e Totti lungodegente, cabina di regia da inventare. Ranieri lascia le corsie esterne, promuove il rombo e mette le chiavi della partita nei piedi di Menez, posto alle spalle di Vucinic e Toni. Sarà lui, con la complicità di una difesa ospite del tutto inadeguata (Isla completerà la serataccia dei centrali Zapata e Lukovic facendo rigore sul francesino) a riconsegnare alla Roma un match smarrito per qualche svagatezza difensiva di troppo (Brighi che fa rigore su Sammarco, Riise che regala il 2-2 a Di Natale). Al resto, naturalmente, pensa Vucinic, 100% le percentuali di tiro. Tutta roba di qualità. Roma viva Le squalifiche costringono Ranieri a soluzioni creative. Ma la squadra, tornata a essere ben viva, risponde a tono. Nel rombo Brighi vertice basso, Menez vertice alto, Perrotta a destra e Faty a sinistra. Davanti Toni e Vucinic, dietro Burdisso (eccellente) di nuovo al fianco di Juan, Cassetti a destra. LaRoma soffrirà solo dalla parte di Faty e Riise, anche perché lì impazza Sanchez. Sul 3-2, Ranieri risponderà al nuovo 4-2-3-1 (fuori Sammarco, dentro Pepe) inserendo Andreolli per Faty. Un 5-4-1 che non incanta ma, squadre lunghissime, procurerà danni solo all’Udinese. Udinese generosa Tridente puro, quello proposto da Marino che privilegia Sanchez a Pepe e fa bene, mentre Di Natale è il centravanti con licenza di arretrare, e Floro Flores (opaco) completa il reparto. I tre in mezzo sono Sammarco, Inler e Asamoah e mentre il primo prevale nel duello con Faty fino a guadagnarsi il rigore del 2-1, gli altri due devono moltiplicarsi perché in quella zona del campo la Roma sfrutta la superiorità numerica provocata dalla contemporanea presenza di Brighi, Perrotta e Menez, che non a caso ruberà il pallone del 2-0 di Vucinic. Con il montenegrino e Toni che puntano diritto nel ventre molle della difesa friulana (i centrali Zapata e Lukovic), l’Udinese potrebbe sfruttare la ragionevole libertà di cui godono i terzini laterali, Isla e Pasquale. Lo farà poco, e anzi Isla si macchierà del fallo decisivo. Sul 3-2, con Pepe per Sammarco e una specie di 4-2-4, prendere il quarto gol è il minimo.


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